Ferro di cavallo, si vota l’abbattimento

24 Aprile 2022

Mercoledì il Consiglio esamina il piano definitivo che prevede la totale demolizione dell’edificio di via Tavo e la ricostruzione

PESCARA. Conto alla rovescia per il rilancio di una delle zone più degradate della città, nel cuore del quartiere Rancitelli. Mercoledì, arriverà in consiglio comunale il progetto definitivo per la demolizione e la ricostruzione del cosiddetto Ferro di cavallo, ossia l’enorme edificio di via Tavo finito più volte alla ribalta delle cronache per episodi di criminalità.
La delibera, che verrà presentata dall’assessore all’urbanistica Isabella Del Trecco, prevede l’abbattimento totale dello stabile e la successiva ricostruzione parziale con 56 alloggi. «L’intervento di sostituzione», spiega il provvedimento, «deve tendere alla realizzazione di un edificio relazionato al contesto, in linea con i caratteri del tessuto urbano di cui fa parte».
L’Ater ha deciso di procedere alla riqualificazione dell’immobile attraverso i fondi assegnati alla Regione per gli interventi riguardanti l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, accedendo alla risorse finanziarie stanziate con delibera Cipe e con successivo decreto del ministero delle Infrastrutture di concerto con quello dell’Economia. Il progetto, oltre alla totale demolizione degli attuali 120 alloggi, prevede la ricostruzione di un nuovo complesso abitativo, con una sensibile riduzione della densità edilizia e abitativa (dagli attuali 42.831 metri cubi a 22.059 e dagli attuali 12.106 metri quadrati a 6.397) e con un aumento degli spazi.
Verranno ricostruiti 56 appartamenti distribuiti in due edifici, articolati su cinque livelli con una piazza centrale. Il piano terra sarà potenzialmente utilizzabile per attività commerciali e/o direzionali. «Ciò risponde», si legge nel documento, «alla necessità di dare un segno forte e tangibile di rinnovo architettonico e sociale di una parte di città che presenta molti aspetti problematici». «La proposta dell’Ater», è scritto ancora, «predilige un dispositivo urbano aperto e permeabile. Tale impianto aperto si contrappone all’esistente cortina muraria che chiude la socialità dei residenti impedendone il dialogo con il quartiere e favorisce i fenomeni di degrado sociale». La dotazione finanziaria è di 7.866.000 euro. (a.ben.)