Frane e terremoto, sgomberate 8 famiglie

Emergenza a Penne e in tutta la zona vestina. E a Villa Celiera sei abitazioni interessate da un movimento franoso

PESCARA. L’ultima emergenza ieri sera, poco prima delle 22 quando in contrada Santa Maria, a Villa Celiera, si è staccato un fronte franoso di un centinaio di metri. Sei le abitazioni interessate di cui, fortunatamente, cinque disabitate e una sesta da cui il residente è uscito prima che il grosso movimento franoso si abbattesse giù

Sul posto, oltre al sindaco Oreste Di Lorenzo, anche la protezione civile e i vigili del fuoco partiti da Pescara che hanno lavorato fino a notte fonda. È questa solo l’ultima emergenza dell’area vestina che dopo la neve si trova a fare i conti con il dissesto idrogeologico provocato dal mix letale di neve e terremoto dello scorso gennaio e da pregressa incuria. A Penne lunedì il consiglio comunale ha deliberato all’unanimità un provvedimento per richiedere al Governo l’inserimento del Comune di Penne nel Cratere sismico, in sede di conversione del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 2 febbraio, al fine di garantire la ricostruzione di immobili pubblici e privati danneggiati; l’istituzione di una zona franca fiscale per l'esenzione da Ires-Irpef (fino a 100 mila euro di imponibile), dall'Irap (fino a 300 mila euro di imponibile) e dalla Imu-Tasi nel biennio 2017-2018, al fine di garantire sostegno soprattutto alle imprese residenti nel territorio, nonché di favorire ricadute positive per l’occupazione; la sospensione di un anno dei pagamenti delle rate dei mutui e di altri finanziamenti e l'erogazione di contributi diretti a favore dell’adeguamento, del miglioramento sismico e della ricostruzione delle scuole di proprietà comunale e provinciale ubicate sul territorio comunale. «Penne, in questo momento, ha bisogno di aiuto. Siamo in ginocchio», ha detto il sindaco Mario Semproni.

Basta fare un giro per le contrade. Nella zona di Collalto il tratto di strada che da Penne porta a Farindola è squarciato, con le famiglie semi-isolate costrette ad allungare il tragitto per tornare a casa di circa 5 chilometri. La situazione, ha spiegato il sindaco Semproni in aula, è critica in 19 contrade: da Mallo a Colletrotta, da Villa Degna a Domero. A rischio anche gli edifici pubblici e privati e le strutture scolastiche. In un palazzo di via Monte Bertona sono state sgomberate 8 famiglie. Le attenzioni maggiori per gli edifici scolastici sono rivolte alla sede centrale dell'istituto Marconi, interdetta dai vigili del fuoco dopo il crollo parziale del tetto. «Abbiamo iniziato una turnazione per 309 studenti nella piccola succursale di San Giovanni, ma non può essere a lungo termine», ha spiegato la preside del Marconi Angela Pizzi.

Oggi anche il consiglio comunale di Farindola si riunirà per deliberare la richiesta di aiuto per la tragedia Rigopiano. «Vogliamo attuare ogni misura legale preventiva per fare chiarezza sull'accaduto», ha detto il sindaco Lacchetta.

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