Garibaldi cittadino onorario di Penne
Trovata la lettera che il generale scrisse per ringraziare il comune vestino
PENNE. Giuseppe Garibaldi è cittadino onorario della Città di Penne. Lo documenta una lettera autografa scritta dal patriota italiano e inviata al sindaco della città vestina, Antonio De Caesaris, il 13 marzo 1862, nella quale Garibaldi accetta e ringrazia il primo cittadino per il riconoscimento. Il documento è stato ritrovato casualmente in uno degli uffici del Comune qualche giorno fa durante i lavori di inventariazione del materiale archivistico.
Nella lettera che Giuseppe Garibaldi ha spedito da Quarto, Villa Spinola, «all’onorevole Municipio della Città di Penne», il generale accetta e ringrazia i «concittadini di Penne» per la «generosa concessione della cittadinanza onoraria offertagli». Tuttavia, nelle ricerche effettuate dalle archiviste Norma D’Ercole e Annalisa Massimi, sui registri delle deliberazioni del Consiglio comunale e di giunta municipale del periodo, non è stata trovata traccia di alcun deliberato in merito.
Né si sono trovati riferimenti, al riguardo, nell’esiguo carteggio ottocentesco prodotto o ricevuto dall’ente nei primi anni dopo l’Unità d’Italia e ancora conservato nell’Archivio Storico del Comune.
«Si può presumere», spiegano le archiviste «che i consiglieri ed il sindaco del periodo, Antonio De Caesaris, conferissero l’onorificenza attraverso un diverso iter amministrativo. A tal proposito sarebbe interessante fare delle ricerche nei diversi archivi dove è conservata la corrispondenza di Giuseppe Garibaldi».
La cittadinanza onoraria fu concessa dall’amministrazione comunale per le sue imprese che fino a quel momento avevano fatto emergere la figura di Garibaldi, simbolo del Risorgimento italiano.
L’eroe dei due mondi, scrive nella lettera poche righe per ringraziare la città: «All’Onorevole Municipio della Città di Penne, Benemeriti signori, con sentimento di gratitudine accetto la cittadinanza di cui mi fece onorevole offerta codesta generosa Città. Prego Voi, Benemeriti Signori di fare gradire ai miei concittadini di Penne il mio fraterno saluto. Vostro G. Garibaldi».
La lettera, conosciuta e segnalata in precedenza dagli storici e dalla Soprintendenza archivistica per l’Abruzzo, era stata inclusa fra le molteplici dispersioni accertate dagli archivisti durante i lavori di ordinamento e di inventariazione del fondo documentale del Comune di Penne, portati a termine nel 2001.
Adesso l’importante documento autografo, uno dei pochi rinvenuti in Abruzzo nel suo genere, tornerà a far parte del patrimonio archivistico della cittadina vestina.
Nella lettera che Giuseppe Garibaldi ha spedito da Quarto, Villa Spinola, «all’onorevole Municipio della Città di Penne», il generale accetta e ringrazia i «concittadini di Penne» per la «generosa concessione della cittadinanza onoraria offertagli». Tuttavia, nelle ricerche effettuate dalle archiviste Norma D’Ercole e Annalisa Massimi, sui registri delle deliberazioni del Consiglio comunale e di giunta municipale del periodo, non è stata trovata traccia di alcun deliberato in merito.
Né si sono trovati riferimenti, al riguardo, nell’esiguo carteggio ottocentesco prodotto o ricevuto dall’ente nei primi anni dopo l’Unità d’Italia e ancora conservato nell’Archivio Storico del Comune.
«Si può presumere», spiegano le archiviste «che i consiglieri ed il sindaco del periodo, Antonio De Caesaris, conferissero l’onorificenza attraverso un diverso iter amministrativo. A tal proposito sarebbe interessante fare delle ricerche nei diversi archivi dove è conservata la corrispondenza di Giuseppe Garibaldi».
La cittadinanza onoraria fu concessa dall’amministrazione comunale per le sue imprese che fino a quel momento avevano fatto emergere la figura di Garibaldi, simbolo del Risorgimento italiano.
L’eroe dei due mondi, scrive nella lettera poche righe per ringraziare la città: «All’Onorevole Municipio della Città di Penne, Benemeriti signori, con sentimento di gratitudine accetto la cittadinanza di cui mi fece onorevole offerta codesta generosa Città. Prego Voi, Benemeriti Signori di fare gradire ai miei concittadini di Penne il mio fraterno saluto. Vostro G. Garibaldi».
La lettera, conosciuta e segnalata in precedenza dagli storici e dalla Soprintendenza archivistica per l’Abruzzo, era stata inclusa fra le molteplici dispersioni accertate dagli archivisti durante i lavori di ordinamento e di inventariazione del fondo documentale del Comune di Penne, portati a termine nel 2001.
Adesso l’importante documento autografo, uno dei pochi rinvenuti in Abruzzo nel suo genere, tornerà a far parte del patrimonio archivistico della cittadina vestina.