Geriatria super affollata malati ricoverati in corsia

Il reparto in tilt per l’elevato numero di pazienti registrati negli ultimi due giorni Il primario: «L’ospedale è tutto pieno». Gli infermieri: «Così non ce la facciamo»

PESCARA. Corridoi pieni di letti. Malati costretti ad essere curati tra i visitatori che vengono a far visita ai loro parenti. Medici e infermieri allo stremo. Ecco la Geriatria dell’ospedale civile. Da due giorni il reparto è in grave difficoltà per il gran numero di pazienti ricoverati. Ce ne sono in tutto una sessantina e le stanze sono sovraffollate. Per questo motivo, diversi malati sono stati sistemati in letti d’emergenza lungo i corridoi.

La situazione più drammatica, ieri, si è registrata nell’ala sud, quella con le corsie più grandi in grado di ospitare i letti dei ricoverati. Per la verità, in passato Geriatria ha accusato spesso problemi di sovraffollamento. Ma il problema è stato più volte risolto trasferendo temporaneamente i pazienti in altri reparti, o addirittura negli ospedali di Penne e Popoli. Invece, stavolta, non è stato possibile come conferma il primario Emilio Simeone.

«Gli ospedali sono tutti pieni», dice, «siamo costretti a ricoverare i pazienti che arrivano dal Pronto soccorso nei corridoi». Il primario non sa spiegarsi i motivi di questo sovraffollamento che, solitamente, si registra in inverno durante le ondate di influenza e malattie da raffreddamento.

Il reparto, al sesto piano dell’ospedale, può contare normalmente su 53 posti letto, più 2 di day hospital, di cui 30 nell’ala nord e 23 più 2 nell’ala sud. Negli ultimi due giorni, però, il numero delle richieste di ricovero ha superato di gran lunga la disponibilità di Geriatria. Per questo, con le stanze tutte piene, il personale sanitario è stato costretto ad allestire i letti nelle corsie. Fatto sta che ieri si contavano oltre 60 malati, 7 in più di quanti ne può contenere il reparto. Reparto, tra l’altro, che ha subìto un ampliamento nel tempo passando da 48 posti letto in passato, di cui 12 per la lungodegenza, a 53. Nonostante tutto, i letti continuano a non bastare e per questo la Asl è ricorsa ad un altro espediente.

«Tempo fa», spiega il primario, «è stato sottoscritto un protocollo che consente di trasferire temporaneamente i pazienti in sovrannumero in altri reparti, oppure negli ospedali di Penne e Popoli, o ancora in cliniche convenzionate. Sono disponibili 2 posti nella casa di cura Pierangeli e 2 a Villa Serena». Questo protocollo ha risolto spesso i problemi di sovraffollamento. In questi giorni, invece, non è stato possibile applicarlo. Penne e Popoli sono pieni e anche le cliniche convenzionate.

Fatto sta che, secondo quanto riferito dal primario di Geriatria, ieri scoppiavano di malati anche Cardiologia e Pneumologia. «Direzione generale della Asl e direzione sanitaria dell’ospedale stanno facendo di tutto per migliorare la situazione», ci tiene a precisare Simeone.

Ma il divario tra richieste di ricoveri e offerta di letti continua ad essere consistente, soprattutto in alcuni periodi dell’anno. E a pagarne le conseguenze sono il personale sanitario dei reparti e i pazienti. «Lavorare in queste condizioni è impossibile», fa presente un’infermiera di Geriatria che non vuole rivelare il nome, «il personale è insufficiente e stare dietro a tutti questi malati è un’impresa difficile. Rischiamo di fare errori gravi e di pagarne personalmente le conseguenze».

Drammatica anche la situazione per i malati ricoverati e per i loro familiari. Ieri, i pazienti nei corridoi venivano curati in un via vai di gente che entrava e usciva dal reparto. Alcuni letti erano posizionati vicino alle finestre delle corsie e i divisori messi accanto ai letti proteggevano solo in minima parte la privacy dei malati, spesso molto anziani e dei loro familiari che li assistevano. Il primario, tuttavia, non dispera.

È convinto che questa situazione di emergenza si possa risolvere in brevissimo tempo. «Forse già stasera (ieri, ndr)», afferma, «potremo sistemare alcuni pazienti nelle stanze. Speriamo, tuttavia, che domani (oggi) non arrivino tanti malati dal Pronto soccorso».

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