Ghizzoni in ospedale abbraccia il giudice investito alle Svolte

L’ex nazionale di rugby e attuale pilota di auto incontra i due uomini travolti durante la Cronoscalata di Popoli

POPOLI. Ride e scherza con infermieri e dottori del reparto di rianimazione e non vede l’ora di tornare a casa. Gianluca Pacini il carabiniere di 42 anni, operato alla milza dopo essere rimasto ferito insieme a un commissario di percorso, da un’auto uscita di strada durante la cronoscalata delle Svolte, sta nettamente meglio. Rispetto a domenica, le sue condizioni hanno fatto registrare notevoli progressi, anche se i medici ancora sciolgono la prognosi. Lo faranno con molta probabilità, oggi, trascorse le rituali 48 ore dall’intervento chirurgico al quale il maresciallo è stato sottoposto subito dopo l’incidente. Dalla Tac era, infatti, emersa una piccola emorragia interna provocata dallo schiacciamento della milza, situazione che poteva farsi delicata e che i medici hanno preferito tenere sotto controllo con l’intervento chirurgico.

Ieri, intanto, Serafino Ghizzoni, l’ex nazionale di rugby aquilano e sfortunato investitore, si è recato in ospedale per sincerarsi delle condizioni, sia del carabiniere che di Mirko Di Carlo, il commissario di percorso di 35 anni, di Pescara, anche lui ricoverato nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Popoli. Ghizzoni non ha potuto parlare con Gianluca Pacini perché i medici hanno preferito evitare particolari situazioni emotive, almeno fino a domani. Ghizzoni ha però parlato con la moglie del carabiniere, la quale lo ha rassicurato sulle condizioni del marito, tranquillizzandolo anche sotto l’aspetto delle responsabilità. «Si era in corsa», ha detto la donna a Ghizzoni, «ed è normale che possano verificarsi incidenti di quel tipo. L’importante è che tutto sia finito nel migliore dei modi. Non ti preoccupare, dirò io a mio marito che sei stato qui e gli porterò i tuoi saluti». Meno problemi per l’incontro con Mirko Di Carlo. I due si sono abbracciati per poi farsi immortalare insieme nella foto ricordo. Anche il commissario di percorso ha cercato di sdrammatizzare la situazione, sottolineando che nelle gare automobilistiche può succedere anche che un’auto esca di strada.

«L’importante è che siamo tutti qui a raccontarle le cose», ha detto Di Carlo a Ghizzoni, che appena sceso dall’auto è stato il primo a soccorrerlo evitando guai maggiori. Intanto prosegue l’inchiesta della polizia stradale di Pescara per ricostruire la dinamica dell’incidente e valutare eventuali responsabilità. Hanno verificato il piano di sicurezza della gara e i verbali della commissione comunale voluta dal prefetto di Pescara. Tutto sarebbe in ordine. Più complicata la ricostruzione dell’incidente, anche perché in quel tratto di strada non c’erano spettatori e nessuno avrebbe visto nulla oltre ai diretti protagonisti. A nulla è servita la visione del video registrato dalla camera car montata sull’auto di Ghizzoni. Immagini confuse e illeggibili. Si sa solo che l’auto quando è uscita di strada, procedeva a 123 chilometri orari e dopo essere salita su un terrapieno, ha prima travolto un piccolo albero per poi tamponare due auto parcheggiate lì vicino prima di fermare la sua corsa contro un albero. E l’ipotesi più probabile, secondo la Polstrada di Pescara, è che a colpire il maresciallo sia stata proprio una delle due auto tamponate. Mentre il commissario ha riportato la commozione cerebrale nel cadere all’indietro mentre cercava di evitare l’impatto con l’auto che andava verso di lui. Al momento non sono stati ipotizzati reati e si procede come in un incidente normale. A meno che la procura, una volta lette le carte, decida diversamente.

Claudio Lattanzio

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