Lorenzo Berghella e la madre Silvana Pica

Giallo a Pescara, sparito anche il figlio di Silvana Pica 

Lorenzo Berghella non dà più notizie da un anno e mezzo. Ma con la denuncia presentata dal padre rischia di perdere l’eredità

PESCARA. Dopo la mamma, il figlio. Scomparso. Solo che a differenza della madre Silvana Pica, sparita alla fine di una giornata in cui aveva dato ampiamente segno di un malessere e di un terrore che di fatto l’hanno inghiottita la sera del 17 gennaio 2012, il figlio Lorenzo sembra aver pianificato il suo allontanamento. Sembra, perché a questo punto, chi può dirlo? Per ora c’è la denuncia presentata ai carabinieri di Loreto Aprutino (Pescara) dal padre Vincenzo Berghella, il medico, ed ex consigliere comunale di Pescara, che nella sua casa di Moscufo sta scontando gli arresti con l’accusa di essersi fatto dare o promettere, da alcuni pazienti, somme di denaro in cambio della documentazione necessaria per ottenere la pensione di invalidità.
Un padre con cui Lorenzo non ha mai praticamente vissuto, figlio unico di una coppia che si è separata quando lui era piccolo, affidato poi alla nonna materna quando sua madre Silvana iniziò a soffrire in maniera sempre più pesante del disturbo bipolare che indusse la famiglia di origine a tagliare i ponti con lei. Crescendone il bambino. Una storia piena di risentimenti e di amore non ricambiato, che hanno finito per ingarbugliare un giallo che dura da più di cinque anni, con un’archiviazione della Procura sulla scomparsa della 57enne e la riapertura delle indagini affidate alla squadra Mobile, a un passo dalla conclusione.
Ma il giallo da qualche giorno si è arricchito di un nuovo capitolo con la denuncia di scomparsa di Lorenzo, di cui da almeno un anno e mezzo avevano perso le tracce i suoi contatti più vicini. Denuncia che l’avvocato Matilde Cionini, legale di Vincenzo Berghella accetta di motivare così: «Sono venuti meno anche quei pochi elementi di contatto che il padre aveva con il figlio». Una scarsa frequentazione, quella tra padre e figlio, che da diversi mesi si era completamente interrotta. Ma non solo con lui. Di sicuro c’è che nel 2015 Lorenzo, che nel frattempo si è laureato in Legge ed è andato a vivere a Teramo dopo aver lasciato la pratica iniziata nello studio dell’avvocato Sabatino Ciprietti, legale di Silvana, chiude l’appartamento di via Lamarmora ereditato dalla nonna materna. Stacca tutte le utenze, cambia numero di telefonino e, almeno con quel ramo della famiglia interrompe tutti i contatti. Senza presentarsi mai neanche alla causa portata avanti dalla zia materna per ottenere lo scioglimento della comunione dei beni con il nipote, con cui condivide per il 25 per cento, la proprietà che il ragazzo ha ereditato dalla nonna. Ma non solo. Da quello che il Centro è riuscito a ricostruire, Lorenzo, che nel frattempo ha la possibilità di diventare erede dei beni della madre, rinuncia anche a quelli. O meglio, si sente più tranquillo a lasciarne la gestione temporanea al curatore. Si tratta, oltre ai risparmi di Silvana, anche di quello che la donna aveva ottenuto dopo la sua scomparsa all’esito dell’ultima udienza per la divisione dei beni con l’ex marito, due giorni dopo la sua scomparsa. E cioè, la metà del valore dello studio medico, circa 70mila euro, e uno dei due posti auto coperti, di proprietà di Vincenzo Berghella. Per se stesso Lorenzo avrebbe chiesto e ottenuto solo un budget di circa 7mila euro per andare in Inghilterra, a Londra, a studiare l’inglese e a impostare la sua nuova vita. Ed è a Londra che effettivamente risulta essere, almeno fino ai primi mesi del 2016. E poi? Poi più niente. Sparito.
Chi lo ha conosciuto racconta di un ragazzo diffidente ,diventato ancora più diffidente dopo l’ultima traumatica vicenda che l’aveva visto indiretto protagonista. Adesso saranno i carabinieri della compagnia di Montesilvano ad accertare dov’è. Ma se le ricerche non dovessero dare esito, se Lorenzo volontariamente, com’è nelle speranze di tutti, continuasse a non dare più sue notizie di sè, rischia l’ennesima beffa. E cioè che, in via provvisoria e fino ai dieci anni necessari per dichiarare la morte presunta, gli eredi possono subentrare nella gestione e nell’utilizzo provvisorio dei suoi beni, appellandosi alla “immissione provvisoria dei beni”.

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