Giosetta Fioroni «La mia pop art diversa da Warhol»

La grande artista a Campli per la mostra delle sue opere racconta la sua vicenda artistica e il legame con l’Abruzzo

CAMPLI. «C'erano poche donne a fare questo mestiere. Oggi, invece, nell'arte essere donna costituisce un elemento positivo. Ma io sono sempre stata sicura di me e del mio talento, ho sempre lavorato con grande passione, e non mi sono mai sentita discriminata. Anzi, ho sempre pensato che la discriminazione si ritorcesse proprio contro chi la faceva».

La grande artista Giosetta Fioroni racconta di sé al Centro, e dalle sue parole si intuisce che lei è stata sempre così, soave e tostissima, con un perenne sorriso impertinente. Un'ironica ragazza classe 1932, che lavora instancabilmente e presenta le sue opere in giro per l'Italia e all'estero. Giovedì scorso l'artista romana era a Campli, accompagnata da Francesco Adornato, preside della facoltà di Scienze politiche nell'ateneo di Macerata, per l'inaugurazione a palazzo Farnese della personale «Giosetta Fioroni. La vie en rose: un'artista dallo stile "rosa"», curata da Giovanni Battista Tattoni e organizzata dal Comune camplese in collaborazione con la galleria d'arte "La Riva" di Giulianova e la rivista trimestrale di arte e cultura L'Urlo.

In esposizione una trentina di opere pittoriche (olii e tecnica mista) create da Fioroni negli ultimi anni. Signora della Pop art, sperimentatrice di temi linguaggi e materiali, Fioroni preferisce definirsi in altro modo: «Negli anni Sessanta ho fatto parte, unica donna, di un movimento meglio definibile come Scuola di piazza del Popolo, insieme a Tano Festa, Franco Angeli, Mario Schifano. Questa definizione mi sembra più adatta. Infatti, a distanza di cinquanta anni dalla Pop art americana si può osservare che la Pop art italiana non aveva molto a che vedere con essa, in quanto pittura d'immagine ma legata alla tradizione. I miei quadri riuniti sotto la definizione di "argenti" furono per un decennio accostati ai quadri di Andy Warhol, in realtà erano più legati ai "grigi" di Morandi. Inoltre con Warhol c'era una differenza sostanziale, i suoi quadri erano serigrafie, lui non toccava l'opera, i miei quadri invece erano e sono tutti dipinti a mano».

Nella patria della Pop art Giosetta Fioroni tornerà tra un anno: «Nell'aprile 2013 sarò a New York, al The Drawing Center, con una mia personale in cui saranno visibili anche opere degli anni infantili. Disegni realizzati all'età di 14-15 anni, che ho ritrovato insieme alla curatrice del museo, Claire Gilman. Poi la personale arriverà a Roma, alla Galleria nazionale di arte moderna, dal 13 ottobre».

Campli è invece una novità per Giosetta Fioroni. Non l'Abruzzo: «Per anni con i miei genitori ho trascorso le vacanze estive a Tagliacozzo. Conosco anche L'Aquila, dove ho insegnato nei primi anni Sessanta nell'Accademia di Belle Arti»

. Un legame, sia pure indiretto, con l'Abruzzo fu rappresentato da Plinio De Martiis, originario di Giulianova, mentore a Roma dell'avanguardia artistica nei primi anni Sessanta con la sua galleria La Tartaruga, dove Giosetta Fioroni espose nel 1961.

Nata in una famiglia di artisti, sebbene protagonista dell'avanguardia Fioroni riconosce l'eredità della famiglia e della tradizione artistica italiana: «Mio padre era uno scultore abbastanza conosciuto a inizi Novecento. Mia madre una pittrice. Ho avuto una vocazione all'arte, ma in qualche modo è stata anche ispirata dalla mia famiglia, che si interessava solo di arti figurative. Ma l'ispirazione per chi nasce e vive in Italia non può non essere legata anche alla tradizione storica. Siamo cresciuti in un clima. E chiunque sia dotato di una sensibilità ne è attratto».

La mostra di Palazzo Farnese a Campli resterà allestita fino al 2 settembre. Questi gli orari di aperture: dal martedì al venerdì, ore 9-13 e ore 20-23; sabato e domenica ore 9-13 e ore 18-23; lunedì chiuso. Ingresso libero. Per informazioni: Comune di Campli 0861 5601-5601217, 335 6484006; galleria "La Riva" 085 8008358, lariva@inwind.it, artelariva.it.

Anna Fusaro

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