Gli aiuti per famiglie e imprese: duello associazioni, Pd e Regione

10 Settembre 2022

I primi accusano e lanciano 8 proposte, l’altra ribatte: «Non dipende da noi ma dal Governo»

L’AQUILA. L’eco degli ultimi sondaggi si spegne, ma si alza la voce di cittadini, sindacati e categorie. Su temi concreti. A 15 giorni dall’apertura delle urne, il caro energia (bollette cresciute anche dell’800%), con tutte le conseguenze già sperimentate da famiglie e imprese, piomba sulla campagna elettorale. E diventa argomento di confronto. Da una parte 16 sigle di associazioni firmano 8 proposte per «aiutare il sistema produttivo ad affrontare il caro-energia». E mandano una raccomandata con ricevuta di ritorno alla Regione. Che sul foglietto bianco scrive: «Destinatario errato: spedire al Governo». Ma comunque apre al confronto con le parti sociali, in un dibattito già avviato, ipotizzando nuovi ristori sul costo delle bollette. Infine, il Pd, con una risoluzione del capogruppo regionale Silvio Paolucci, impegna la giunta guidata da Marco Marsilio ad attivare misure di sostegno.
l’appello di 16 sigle
Il pacchetto di richieste arriva dalle associazioni datoriali e dai sindacati (manca Confindustria) in un documento congiunto inviato al presidente della Regione e agli assessori all’energia Nicola Campitelli e alle attività produttive Daniele D’Amario, a seguito dell’incontro del 5 settembre scorso. Incontro, precisano le 16 sigle, nel quale «al di là della disponibilità non abbiamo avuto risposte soddisfacenti. Pur rendendoci conto che la Regione non ha grandi competenze specifiche in materia di energia, insistiamo sul fatto che quando ci si trova di fronte a una drammatica situazione straordinaria come quella che stiamo vivendo le risposte devono essere altrettanto straordinarie e soprattutto veloci». Questi i firmatari dell’appello: Agci (Francesco Labbrozzi); Casartigiani (Dario Buccella e Flaviano Montebello); Cia (Nicola Sichetti); Claai Federico Del Grosso, Cna Savino Saraceni); Coldiretti (Silvano Di Primio); Confapi (Luciano Mari Fiamma); Confartigianato Giancarlo Di Blasio), Confcommercio (Roberto Donatelli); Confcooperative (Massimiliano Monetti); Confesercenti (Daniele Erasmi); Legacoop (Luca Mazzali); Cgil (Carmine Ranieri); Cisl (Gianni Notaro); Uil (Michele Lombardo); Ugl (Gianna De Amicis).
le otto proposte
«La prima questione», si legge nell’appello, «riguarda le risorse: verificare la possibilità di rimettere in campo fondi provenienti dalla programmazione 14/20, dall’anticipazione di quelli della nuova programmazione 21/27, da eventuali rimodulazione del Pnrr o di quelli dello “Sviluppo e Coesione”. Queste risorse potrebbero essere utilizzate sia nella forma di incentivo diretto a imprese e famiglie o come costituzione di un fondo di garanzia da utilizzare tramite i confidi, in modo da avere un effetto moltiplicatore; 2) Prevedere di sospendere per 4/6 mesi le addizionali Irpef e Irap non impegnate per il pagamento delle spese sanitarie, in modo da dare un immediato ristoro sia alle aziende che ai cittadini; 3) Nel caso di incassi da royalties derivanti dalla produzione di energia nel territorio, una quota parte vada a famiglie e imprese per sostenere il sistema produttivo. Chiediamo l’azzeramento di eventuali addizionali regionali sulle bollette di gas e luce per 4/6 mesi; 4) Sospensione o riduzione del pagamento del bollo auto per la quota/parte appannaggio della Regione; 5) Verificare se vi siano progetti di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili giacenti nei cassetti della Regione. In questo caso chiediamo di conoscere quanti siano, ma soprattutto di velocizzare le pratiche in modo da consentirne la realizzazione nel più breve tempo possibile; 6) Prevedere nei nuovi fondi comunitari una misura che abbia una dotazione molto rilevante, con la possibilità di erogare un credito di imposta di almeno il 50% alle imprese che decidono di installare pannelli fotovoltaici sui capannoni in modo da avviare sia l’autoproduzione sia la vendita della parte di energia eccedente ad altri soggetti; 7) Potenziare con risorse rilevanti lo strumento delle Comunità Energetiche (auspicando la soluzione del contenzioso col Governo sulla legge regionale 6/22); 8) Considerare, nel sostegno da concedere a persone e imprese, la necessaria priorità delle aree montane».
le risposte della regione
La giunta regionale ha affidato agli assessori Campitelli e D’Amario il compito di individuare le soluzioni praticabili nell’ambito delle competenze dell’ente. Nel corso dell’incontro con le parti sociali per affrontare il tema del caro energia è stato riscontrato che la Regione non può operare alcuno sconto fiscale, stante la legislazione nazionale sull’addizionale regionale sull’accisa nazionale, che è destinata ai produttori di energia verde. Le parti si sono lasciate con l’impegno di riscontrare l’eventuale esistenza di risorse aggiuntive per poter prevedere nuovi ristori sul costo delle bollette. A breve un nuovo incontro. La Regione, di fatto, ha rilanciato attraverso alcune controproposte, con le quali individuare le modalità per rimodulare alcune somme, con meccanismi da applicare su ambiti di competenza regionale. La proposta alle associazioni e ai portatori d’interesse, nell’ambito del tavolo di confronto aperto, è in attesa di alcune risposte. L’ente, in definitiva, essendo impossibilitato a eliminare balzelli da riscuotere e rigirare allo Stato, deve trovare soluzioni alternative attraverso alcune rimodulazioni oppure operando tagli in altri settori per ipotizzare un bonus per le aziende in sofferenza.
il caso in consiglio
Ma il caso, in piena campagna elettorale, diventa politico. Il capogruppo Pd all’Emiciclo Silvio Paolucci ha presentato una risoluzione con cui impegna il presidente della Regione ad approvare «un fondo regionale per erogare alle imprese incentivi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici e all’installazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile per l’autoconsumo; a favorire check-up energetici gratuiti per Pmi e microimprese, al fine di consentire investimenti mirati a ottenere il miglior risparmio energetico; a utilizzare i 41 milioni derivanti dalla scadenza delle cartolarizzazioni per i disavanzi sulla sanità e i 17 milioni di minore spesa legati al piano di rientro, unitamente al maggior gettito dal 2023 proveniente dai canoni idrici, per interventi urgenti contro il caro energetico, attraverso agevolazioni finanziarie o fiscali».
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