Gli alleati delle elezioni ora sono nemici

Le accuse di Colangelo a Cordoma, spunta un'intercettazione sull'Ecoemme

MONTESILVANO. È un'intercettazione telefonica a raccontare perché il sindaco Pasquale Cordoma e l'architetto Aurelio Colangelo sono diventati nemici.

«Complimenti per la denuncia, hai fatto venire fuori la m.». «Sì, ho l'onore di annunciarti, in anteprima, che l'Ecoemme è morta e i soldi, un milione e mezzo di euro, rimarranno nelle casse del Comune. Questa situazione è vissuta nell'illegalità più totale: hanno ripulito l'immondizia di Penne con i soldi dei cittadini di Montesilvano». Risale al 19 novembre del 2008 questo botta e risposta da complici tra l'architetto Aurelio Colangelo che porge i «complimenti» e il sindaco Pasquale Cordoma.

Oggi non è più tempo di «complimenti» ma di accuse per gli stessi rifiuti e la stessa Ecoemme, la società mista tra Comune, Deco e Comunità montana Vestina. Colangelo, in una lettera aperta al Centro pubblicata il Primo maggio scorso, chiede le dimissioni di Cordoma per le sue «responsabilità politiche» nell'Ecoemme e nelle proroghe concesse dal 2007 in poi: «Il sindaco non ha mantenuto la solenne promessa alla collettività di vero cambiamento. Il mio stomaco non sopporta ulteriormente il livello raggiunto», sono le parole di Colangelo rimaste senza replica.

Ma se oggi sono nemici, come dimostra la polemica sorta intorno alla sentenza del Tar sull'affare dei rifiuti, Colangelo e Cordoma sono stati anche alleati. Colangelo - uno dei primi, dal 2005, a sostenere l'esistenza di un «sistema Montesilvano» messo in piedi dall'ex sindaco Enzo Cantagallo, poi arrestato il 15 novembre del 2006 - è il marito di Jacqueline Kennedy Pettine, ex candidata sindaco: al ballottaggio del 10 e 11 giugno 2007, Kennedy Pettine ha appoggiato Cordoma con una dote di almeno un migliaio di voti. Così, sicuramente fino alla telefonata del 19 novembre 2008, Colangelo e Cordoma sono andati d'accordo: a testimoniarlo è la telefonata spiata tra il sindaco indagato e l'architetto.

Al telefono Colangelo si complimenta per l'esposto sulle illegalità della nascita dell'Ecoemme nel 1999 che il sindaco ha presentato all'allora capo della squadra mobile Nicola Zupo e Cordoma risponde così: «Questa situazione è vissuta nell'illegalità più totale: hanno ripulito l'immondizia di Penne con i soldi dei cittadini di Montesilvano». Ma in un'informativa alla procura del 28 giugno scorso, la squadra mobile fa notare un dettaglio: quel 19 novembre, Colangelo non può sapere del contributo elettorale di 10 mila euro concesso il precedente 28 ottobre dalla Deco dei Di Zio al capo pescarese del Pdl Lorenzo Sospiri, in quel periodo candidato al consiglio regionale. Colangelo, dice la polizia, non può sapere neanche della conseguente «inversione di rotta» di Cordoma, da nemico ad alleato dei Di Zio. Nel documento, la squadra mobile sottolinea che Domenico Di Carlo si è appena dimesso dalla presidenza dell'Ecoemme (9 novembre 2008) e così ha fatto anche il consigliere di cda Antonio Zitella: «Un doppiogiochista lo scaltro sindaco», così la squadra mobile descrive il comportamento di Cordoma dopo aver incassato i complimenti di Colangelo, «il sindaco aveva costretto Di Carlo alle dimissioni e si accingeva a condurre l'Ecoemme in situazione di non legalità poiché non provvedeva a ripristinare i due rappresentanti di parte pubblica per mesi».

Dell'uscita di scena di Di Carlo e della mancata sostituzione, Cordoma ne ha parlato anche con i pm Gennaro Varone e Anna Rita Mantini durante l'interrogatorio del 6 ottobre scorso: «Mi contestate che, dopo le dimissioni di Di Carlo, me ne dichiarai sollevato con Sospiri. È vero, perché con Di Carlo le riunioni del cda erano diventate impossibili. Non so dare altra spiegazione anche se voi mi contestate che ritenete irragionevole quella che ho offerto».

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