Gli impianti sportivi rischiano rincari tra l’80 e il 100%

Alessandrini: lo stadio costa troppo, verrà ceduto ai privati Bloccate le grandi opere, garantite solo le manutenzioni

PESCARA. Nemmeno lo sport verrà risparmiato dalla manovra lacrime e sangue che l’amministrazione comunale si prepara a varare con la procedura di predissesto finanziario. L’assessore allo sport Giuliano Diodati aveva già preannunciato un mese fa, in tempi non sospetti, che avrebbe aumentato le tariffe degli impianti sportivi, tra l’80 e il 100 per cento.

Ora c’è la conferma. Le norme che regolano il dissesto controllato dell’ente prevedono adeguamenti delle tariffe dei servizi a domanda individuale per coprire il 36 per cento dei costi. E, secondo i dati del Comune, gli impianti sportivi hanno una percentuale minima di copertura finanziaria, di appena il 12 per cento. Ciò significa che l’ente gestisce in perdita gli impianti sportivi, incassando 432.438 euro l’anno, contro una spesa complessiva di 3.604.136 euro.

Non ci saranno solo aumenti delle tariffe, ma anche tagli alle spese. Tra le misure che il Comune dovrà adottare in sede di predissesto, c’è la riduzione del 10 per cento in tre anni dei servizi, tra cui anche gli impianti sportivi. Inoltre, tra le azioni da intraprendere, il sindaco Marco Alessandrini ha citato ieri l’eventuale esternalizzazione della gestione dello stadio Adriatico, che costa 1,2 milioni di euro, a fronte di 48mila euro di entrate annue. L’idea sarebbe quella di cedere alla società Delfino Pescara lo stadio, in cambio del pagamento di un canone annuo.

Sport, a parte, la procedura di predissesto comporterà anche altre conseguenze. Ecco l’elenco: sospensione delle azioni esecutive nei confronti del Comune; riduzione delle spese del 10 per cento, per un importo di 5,5 milioni di euro in tre anni; tagli al settore dei trasferimenti per il 25 per cento, cioè 1,6 milioni di euro; possibilità di accendere nuovi mutui, o per il saldo dei debiti riconosciuti e pregressi, o per le spese di investimento. «C’è poi la possibilità di accedere a uno strumento finanziario extra», ha rivelato Alessandrini, «che è il cosiddetto fondo rotativo, cioè uno strumento governativo a cui possono fare riferimento le città in disequilibrio finanziario». Si tratta di 300 euro per abitante, cioè circa 35 milioni complessivi. «È verosimile», ha aggiunto il sindaco, «che il fondo non sia completamente capiente, ma contiamo sicuramente di avere un’iniezione di liquidità. Sono soldi che lo Stato presta ai Comuni, i quali dovranno restituirli nel corso del piano di riequilibrio senza interessi».

Ma l’amministrazione non avrà più i soldi nemmeno per realizzare le grandi opere pubbliche. La riqualificazione delle aree di risulta e lo sviluppo dell’ex Cofa riceveranno una battuta d’arresto. A meno che non intervengano i privati tramite dei project financing. «Il ponte nuovo, i cui fondi sono già stanziati, verrà realizzato», ha tuttavia fatto presente il vice sindaco e assessore ai lavori pubblici Enzo Del Vecchio.

In compenso, verrà assicurata la manutenzione di strade e opere già esistenti. Nel Piano triennale delle opere pubbliche, approvato dalla giunta nelle settimane scorse, vengono indicati diversi interventi, previsti inizialmente per il 2015 e rinviati agli anni successivi. La riqualificazione del lungofiume, ad esempio, è stata rimandata al 2016. Stesso discorso per la riqualificazione del mercato coperto di Porta Nuova; la realizzazione di parcheggi di scambio a Pescara sud; la manutenzione straordinaria di via Fonte Borea; la ristrutturazione e copertura parziale del teatro d’Annunzio; la riqualificazione del lungomare sud nel tratto compreso tra il teatro d’Annunzio e via della Pineta. Tutto rimandato anche per la riqualificazione del quartiere San Giuseppe e di via Pepe; completamento di via Sacco; infrastrutturazione di via Aterno e via Raiale; manutenzione straordinaria di via Croce.

Niente da fare nemmeno per la realizzazione del Parco nord, nonostante l’amministrazione comunale sia vicina a un’intesa con i privati proprietari di quell’area.

©RIPRODUZIONE RISERVATA