Grassi: la Zes è una leva per il Mezzogiorno

21 Settembre 2023

Il vice presidente di Confindustria: «Per centrare l’obiettivo è necessario investire sulle infrastrutture»

L’AQUILA. Un acceleratore di investimenti. Un’opportunità attrattiva unica per dare slancio al territorio. La Zes, la Zona economica speciale, è «una leva potente di sviluppo del Mezzogiorno e dell’Abruzzo». Vito Grassi, vice presidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali e per le politiche di coesione territoriale di Confindustria, ne parlerà nell’intervento all’Abruzzo economy summit, che si apre oggi, a Pescara.
Presidente, qual è la sua valutazione sulle Zes e sul ruolo che esercitano sul territorio?
«Le Zes, anche grazie a numerose modifiche normative successive all’istituzione nel 2017, a cui Confindustria ha contribuito dalla nascita con convinzione e con proposte e valutazioni, sono uno strumento efficace: le otto attualmente operative funzionano bene. Grazie a una governance snella e professionale, stanno svolgendo con successo il ruolo di catalizzatrici di sviluppo, anche in territori tradizionalmente lontani dai grandi traffici internazionali. Nella loro attuale configurazione le Zes sono una potente leva di politica industriale per il Mezzogiorno e per l’Abruzzo, in grado di unire interventi di contesto come infrastrutture di trasporto, digitali, formazione, con azioni specifiche sul sistema produttivo, il credito d’imposta, l’autorizzazione unica, le semplificazioni».
È questo il valore aggiunto delle Zes?
«Senza dubbio, quello di prevedere un piano di sviluppo multilivello, basato su un'analisi accurata del contesto, attraverso i Piani di sviluppo strategico. Un approccio che mira a risolvere le criticità dei territori e, allo stesso tempo, a valorizzarne le potenzialità e che auspichiamo sia confermato nella riforma in discussione».
Cosa pensa della Zes unica?
«La proposta potrebbe rappresentare un ulteriore passo in avanti in termini di forza ed efficacia dello strumento. Tuttavia, per ottenere questo risultato, sarà necessario chiarire alcuni passaggi cruciali. Lo sviluppo della Zes unica, per funzionare, richiederà investimenti significativi in infrastrutture: siamo in grado di sostenerli? Abbiamo le risorse per finanziarli? Si tratta di un punto essenziale per colmare il divario con il Nord e trasformare il nostro Mezzogiorno da una periferia commerciale a “piattaforma logistica” al centro degli scambi tra il Nord Africa, il Medio e l’Estremo Oriente con l’Europa. L’estensione della Zes a tutto il Mezzogiorno, in questa prospettiva, implica la necessità non solo di collegare i poli logistici, di trasporto e produttivi attorno ai quali sono state delineate le otto Zes ma, soprattutto, di creare una rete di collegamenti che coinvolga anche altre aree soggette ad investimenti».
Quale strumento attivare perché l'idea di una “Piattaforma Zes Unica” non rimanga solo sulla carta?
«È indispensabile mettere vasti territori del Mezzogiorno in rete. Quali, nello specifico, lo dirà il Piano strategico unico, che riteniamo debba essere concepito mantenendo l’originaria vocazione delle Zes e definendo chiaramente la strategia di politica industriale a cui tale strumento dovrà rispondere. In questo senso, è positivo che il Piano debba essere predisposto in coerenza con le specificità territoriali già definite nei piani strategici delle 8 regioni meridionali».
Il format Abruzzo Economy summit mette in rete numerosi attori, stakeholder e protagonisti del settore industriale.
«L’occasione per confrontarsi sul modo in cui l’Abruzzo e le singole regioni del Mezzogiorno hanno sposato le politiche delle Zes e in che modo hanno contribuito alla divulgazione di questo strumento. Se si alza l’asticella e si va verso una Zes unica, ci auguriamo che l’attività propulsiva non venga rallentata, che non si tocchino gli investimenti in corso e non si ingeneri sfiducia negli investitori».
L’Abruzzo quali vantaggi può avere dalle Zes?
«Le aree Zes vanno messe in rete per favorire le infrastrutture e l’Abruzzo, come tutto il Mezzogiorno, ne ha un gran bisogno. Le infrastrutture sono un elemento determinante per lo sviluppo della regione». (m.p.)