Gruppo Ferri, evasione da 900 mila euro

Sequestrati conti correnti e beni in attesa che sia saldato il debito: bloccati 15 rapporti bancari tra conti correnti, libretti di risparmio e depositi. Indagata Simonetta Ferri: imposte non versate

PESCARA. Per circa due anni il gruppo Ferri, e in particolare tre delle sue società, non avrebbero versato le imposte dovute, con un risparmio, su un'imponibile di 3 milioni di euro, di 900 mila euro. È la presunta evasione scoperta dalla Guardia di finanza di Pescara diretta dal colonnello Mauro Odorisio che per questo, con il Nucleo di polizia tributaria del capitano Roberto Di Mascio, ha indagato per evasione fiscale l'amministratore Simonetta Ferri ed eseguito un provvedimento di sequestro preventivo con cui congela, per valore equivalente, libretti e beni immobili del gruppo.

In sostanza, per arrivare a bloccare i 900mila euro che il gruppo, secondo il gip che ha firmato il provvedimento, deve alle casse dello Stato, la finanza ha bloccato 15 rapporti bancari tra conti correnti, libretti di risparmio e depositi, oltre a piccole quote di unità immobiliari che fanno capo al gruppo. Beni per 900 mila euro che resteranno congelati fino a quando Ferri non salderà il debito che, dice la Finanza, ha maturato in circa due anni. Imposte come Iref, Irap e Iva (soprattutto Iva) che tre società del gruppo, la Ferri Electronics, la Fima Data (la società che si occupa della parte ammnistrativa del gruppo) e la Trafer (che si occupava del magazzino) non hanno di fatto versato.

Secondo la ricostruzione dei finanzieri, l'imposta, l'Iva in questo caso, sarebbe stata liquidata sulla carta, ma non effettivamente versata. Un comportamento che acquista rilevanza penale se l'imposta evasa supera i 50 mila euro. Di qui la denuncia nei confronti dell'amministratore del gruppo e il sequestro preventivo introdotto dalla legge finanziaria del 2008 che va direttamente a incidere sulla disponibilità finanziaria del presunto debitore. In sostanza, gli viene sequestrato il corrispettivo dell'imposta risparmiata, il profitto del reato, aggredendo prima le disponibilità finanziarie liquide e poi i valori immobiliari. È quello che ha fatto la Finanza di Pescara dopo che il gip del Tribunale di Pescara ha accolto le richieste del pm.

Un'ulteriore doccia fredda per il gruppo da mesi impegnato, dopo la cessione in affitto del ramo d'azienda Ferri al gruppo Andreoli spa, in contenziosi con gli ex dipendenti rimasti fuori dal reintegro. Contenziosi arrivati in molti casi ad accordi che però, come il caso dei sei dipendenti del gruppo Euronics, vedono ancora insoluti i trattamenti di fine rapporto al punto da indurre i lavoratori ad avviare un'azione legale. Dalla Finanza, intanto fanno sapere che è soltanto l'inizio: «In nome della legalità fiscale, le Fiamme gialle pescaresi continueranno ad effettuare una incisiva ed efficace azione di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, a tutto beneficio della comunità».

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