LA TRAGEDIA

Hotel Rigopiano, «Feniello ucciso due volte»: arriva l’esposto in Procura

Il legale della famiglia del giovane prima dato per vivo e poi estratto morto chiede chiarezza sulle dichiarazioni di prefetto, funzionaria e sottosegretario

PESCARA. «Stefano Feniello ucciso due volte, una volta dalla valanga e una volta dall’incompetenza delle istituzioni». Così ha scritto nell’esposto presentato ieri in Procura, a Pescara, l’avvocat Camillo Graziano, il legale della famiglia del ragazzo morto nella tragedia di Rigopiano. Un esposto che nasce dal terribile equivoco sul nome di Stefano Feniello, prima dato tra i vivi nella comunicazione ufficiale che fu fatta ai familiari nell’aula magna dell’ospedale la sera del 20 gennaio e poi , un paio d’ore dopo, sparito da quello stesso elenco letto ancora dalla funzionaria della protezione civile su disposizione del prefetto Provolo, accanto a lei all’uscita dell’ospedale.

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Un equivoco che nei giorni scorsi il Centro aveva documentato proponendo in esclusiva il video di quella sera, quando alla lettura del nome di Stefano Feniello tra i sopravvissuti «sicuri» seguirono gli applausi e le grida di gioia di amici e familiari del 28enne. E che adesso, allegato nellla documentazione della famiglia, diventa oggetto di valutazione da parte della magistratura. «Chiediamo di verificare come sono andati davvero i fatti», spiega l’avvocato Graziano, «vogliamo capire se sia stato Stefano a dare il proprio nome ai soccorritori, e allora qualcuno potrebbe avere delle responsabilità penali per il fatto che invece è stato estratto morto tre giorni dopo, oppure se il suo nome non l’ha mai dato. E hanno commesso un errore imperdonabile. E allora prenderemo la strada del risarcimento per i danni morali. Anche se per i genitori non esiste una cifra che possa ripagarli per la perdita del figlio. L’esposto», ribadisce l’avvocato, «nasce dalla necessità di chiarezza. Se Stefano era veramente tra i superstiti che hanno dato il proprio nome ai soccorritori vogliamo che si chiarisca perché non è stato estratto vivo con gli altri, e se invece si è trattato di un errore, vogliamo capire come sia possibile che le alte cariche delle istituzioni possano commettere un errore così grave, in una situazione così tragica».

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Tre sono i nomi citati nelle quattro pagine dell’eposto: quello del prefetto di Pescara Francesco Provolo che nella premessa fatta pubblicamente nell’aula magna la sera del 20 gennaio si raccomanda ai familiari dei dispersi di non credere «alle notizie che vengono date per suggestionarvi. Noi siamo qui per riferirvi questa comunicazione, a tutte le altre cose vi prego di non credere, c’è la struttura della protezione civile che ha mandato i funzionari anche per darvi le notizie. Vi leggiamo i nomi di queste persone che stanno per essere aiutati ad uscire». Salvo poi, poco dopo, far rileggere alla funzionaria della protezione civile quello stesso elenco che lo stesso prefetto annuncia davanti alla stampa composto di quattro nomi, e non più di cinque come quello letto ai familiari poco prima. Ma la funzionaria anche in quel caso ne legge cinque, di nomi. Sostituendo il nome di Feniello con quello, realmente sopravvissuto, di Giancarlo Matrone.

E nell’esposto, infatti, si cita anche l’operato della funzionaria «Tiziana» su cui si chiede che venga fatta chiarezza. Insieme a loro, il legale dei Feniello fa sapere di aver inserito anche il nome del sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli. E spiega perché: «La mattina del sabato successivo», spiega il legale, «incontrando i familiari in attesa di notizie in ospedale, la Chavaroli si avvicinò ai genitori di Stefano, che aveva già incontrato un paio di giorni prima a Penne, per confortarli. E quando la mamma di Stefano, in attesa del figlio dal giorno prima, espresse il timore che Stefano potesse morire di freddo restando per tanto tempo lì sotto, il sottosegretario la rassicurò dicendo di non preoccuparsi, “suo figlio viene riscaldato e nutrito” le disse. E lo stesso prefetto, avvicinato dal papà in attesa dell’ambulanza col figlio, gli rispose “Ho già parlato ieri sera, se ci sono novità ve le vengo a dire io».

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