I candidati governatori e il dialetto, botta e risposta con 'Nduccio / Video

Tre domande e tre risposte (possibilmente) in dialetto, per dare modo anche sua madre 92enne di capirci qualcosa di questa complicata campagna elettorale. Quella del dialetto è la semplice regola che il comico-musicista ha imposto ai quattro candidati presidenti della Regione

Ma i quattro candidati governatori conoscono la lingua della loro regione? Capiscono l'abruzzese? E, soprattutto, lo sanno parlare? Una curiosità che ha spinto il quotidiano il Centro, con l'aiuto dello showman pescarese 'Nduccio, che il dialetto lo conosce a menadito, a chiedere tre domande e tre rispose  in abruzzese, per dare modo anche sua madre 92enne di capirci qualcosa di questa complicata campagna elettorale. Quella del dialetto è la semplice regola che il comico-musicista ha imposto ai quattro candidati presidenti della regione. Nella prima domanda il comico chiede di completare un antico proverbio abruzzese, si tratta dell'antico detto "Chi fatije e nen custode, crepa e nen gode". Nella seconda chiede al candidato di dire in abruzzese il punto più importante del suo programma. La terza è più insidiosa, perché i candidati devono dire chi vorrebbero far perdere. E le risposte dei candidati - rigorosamente in dialetto - sono state tanto inattese quanto divertenti. Giudicate da voi. Ecco i quattro video, introdotti da un punto del loro programma, rigorosamente in "lingua".

Acerbo: "Nun fa arrubbà cchiù nisciun e fa cambà tutt' quind' co' quaccos d' giust e di pulit"

Chiodi: "I' vuless facilità la vita dei cittadin'"

D'Alfonso: "L'imbres' nun ze da' 'ngiamba' pecché se s'aiut' l'imbres s'aiut' pur lu lavor"

Marcozzi: "Ji ni vuje fa la fil all'ospedale"

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