I commercianti: "Si drogano nel centro di Pescara"

I negozianti denunciano: le vie dello shopping sono nel degrado più assoluto tra siringhe e accampamenti

PESCARA. La siringa infilzata alla pianta di un’aiuola, i fazzoletti intrisi di sangue e le altre siringhe usate, lasciate a terra. Tutto in strada, in un angolo di via Regina Elena che da tempo, come il resto della zona, ha smesso di sentirsi, e di essere, il salotto buono della città. Lo raccontano i fotogrammi immortalati alle sei di ieri mattina da Francesco Di Carlo all’apertura del suo negozio di parrucchiere lungo la stradina che da via Regina Elena conduce al parcheggio di piazza Primo maggio. Ma sono tante e infinite le proteste e le segnalazioni. E la parola ricorrente tra chi non smette di amare la città, non è più “degrado”. Ma “anarchia”.
L’anarchia di chi si sente libero di orinare davanti alla vetrina di una boutique di via Nicola Fabrizi, angolo via Trento, di fare sesso dietro alle giostrine di piazza Primo maggio, quasi di fronte all’ingresso dell’albergo a quattro stelle e di un ristorante di pesce, di chi in via Parini, sotto i portici dei negozi buoni, fa i suoi bisogni e poi lascia per strada le mutande sporche di cacca, perchè di questo si tratta. E infine di chi, come ieri mattina, con la sua dose da iniettarsi si siede su un’aiuola davanti al portone di un palazzo, davanti alla cucina di un prestigioso ristorante e all’ingresso del negozio di parrucchiere, e fa quello che deve fare. Si buca, si pulisce il sangue e poi via, lasciando tutto là. Fantasmi senza bussola che però hanno preso il sopravvento. Senza che nessuno gli restituisca la dignità. Senza che nessuno gli impedisca di rubarla alla città, la dignità. È di questo che parlano e si lamentano Barbara e Fabio Cazzaniga, titolari dell’omonima gioielleria di piazza Salotto.

«Bisogna dare dignità alle persone che hanno problemi, perché se gli togli la dignità diventano cattive», dicono i due commercianti. «Questa amministrazione si preoccupa di fare le multe alle biciclette dimenticando che a Pescara i problemi sono altri e ben più importanti. Ed è un discorso che non si ferma a piazza Salotto. Noi vediamo l’abbandono e la poca attenzione verso la città dove ormai ognuno fa quello che vuole, dove vige l’anarcha. Ma le leggi vanno applicate e con i doveri dei cittadini vanno rispettati anche i loro diritti. Qualcuno si dovrà pure alzare dalle poltroncine per vederla e viverla, la città. Hanno trasformato piazza Salotto in una piazza di paese dove ci trovi gli stand delle magliette, della cioccolata, delle ciambelle, ma non la piazza che un turista si aspetta arrivando in una città. E se poi ci si fa un giro sotto la galleria, verso via Mazzini, è solo guano di piccioni. Nei locali dismessi c’è chi ci va a dormire, e a orinare, e a fare quello che gli pare. Poi però se metti un vaso davanti al negozio arrivano e ti multano».


«Da me sono venuti a rubare cinque volte», racconta il parrucchiere Francesco Di Carlo esasperato dopo le siringhe trovate ieri davanti al negozio, «questa zona è diventata uno scempio, una cosa allucinante. Stamattina (ieri ndr) tra siringhe e asciugamani sporchi di sangue era una cosa raccapricciante, ho chiamato i vigili urbani e mi hanno detto di contattare Attiva. Almeno hanno pulito prima che arrivassero le clienti». Massimiliano Pisani, della pizzeria del Corso di via Regina Elena, presidente di Confartigianato commercio: «Siamo stanchi di fare appelli, il degrado è totale. Ma sono poche le forze dell’ordine, è collassato tutto il sistema. Le siringhe sono solo l’ultimo segno di una situazione allo sbando e in cui davvero noi commercianti e artigini iniziamo a rischiare la pelle. Ma abbiamo le mani legate. Basta vedere che succede dall’altra parte dei portici, quelli su via Parini. C’è un materasso fisso, mancano solo armadio e comodino». Ne sanno qualcosa Stefania Alberici, del negozio La Clessidra, e gli altri commercianti e residenti di via Parini che stanno sottoscrivendo un esposto da consegnare a breve al sindaco, al questore e al prefetto. Un esposto per segnalare quello che è sotto gli occhi di tutti: l’accampamento in pieno centro, con tanto di materasso e coperte. «Ormai si vedono scene incredibili», spiega la negoziante, «l’altro giorno una persona ha fatto pipì contro una colonna così, alla luce del sole; un altro è entrato per chiedere di ricaricare il telefono. Pensavo fosse un cliente dello studio medico qui sopra e invece no, mi ha detto abito là, e là era sotto ai portici. Ma tanto chiamiamo e ci sentiamo dire che non ci sono le pattuglie, oppure vengono, gli chiedono i documenti e se ne vanno. C’è una puzza terribile, qualche tempo fa avevano lasciato perfino una mutanda da uomo sporca di cacca. E poi il marciapiede rotto, l’illuminazione che non c’è. Ma forse», conclude, «bisognerebbe coinvolgere i proprietari dei tanti locali sfitti su questa strada. Locali bui che alimentano il degrado».
«Fanno quello che vogliono senza paura», lamenta Patrizia Gaeta dell’omonima boutique di via Fabrizi. «A parte quelli che dormono sui cartoni e poi al mattino se ne vanno, c’è pure chi si sente libero di fare la pipì davanti alla vetrina, com’è successo. Senza contare tutti i mendicanti che entrano in negozio, soprattutto quando c’è gente, sperando che dando fastidio ottengano subito qualcosa. E la sporcizia? I topi? Siamo qui dal ’64, mai visto il centro ridotto così».
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