LA REAZIONE A CHI SPECULA sulle due tragediE 

I parenti: «Non c’è nesso tra lui e quei 29 morti»

SULMONA. «Apprendiamo con immenso dolore come la morte del nostro congiunto sia stata messa in relazione alla tragedia di Rigopiano. Stupisce che questa correlazione sia stata da taluno ipotizzata in...

SULMONA. «Apprendiamo con immenso dolore come la morte del nostro congiunto sia stata messa in relazione alla tragedia di Rigopiano. Stupisce che questa correlazione sia stata da taluno ipotizzata in assenza di qualsiasi collegamento diretto e indiretto tra l'attività svolta da Guido e le vittime di Rigopiano. Tutto ciò aggiunge dolore al dolore». Addolorata e stupefatta la famiglia del generale Conti che solo dalla stampa ha appreso il contenuto di una delle due lettere scritte dal generale ai familiari e in particolare alla sorella Silvia poco prima della tragedia. Nella lettera l'investigatore protagonista del processo sulla mega discarica di Bussi sul Tirino, aveva infatti scritto che «da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti ci sono anche prescrizioni a mia firma. Non per l'albergo, di cui non so nulla, me per l'edificazione del centro benessere». L'autorizzazione si riferisce all'ok per la piscina e al rischio frana dell'impianto. Nella lettera Conti prosegue chiedendosi «Potevo fare di più? Nel senso potevo scavare e prestare maggiore attenzione in indagini per mettere intoppi o ostacolare quella pratica? Probabilmente no ma avrei potuto creare problemi, fastidi. Vivo con il cruccio», conclude. «Rigopiano è stato uno dei motivi che mi hanno convinto a lasciare il mio lavoro o a tentare di fare altro o a disinteressarmi di tutto questo. Non vivo, vegeto, facendo finta d'essere vivo», si legge in un altro passaggio della missiva del generale. «La pubblicazione del contenuto delle lettere, tuttora sconosciuto ai familiari, lascia profondamente amareggiati e aggiunge dolore al dramma che li ha colpiti»,, afferma il legale della famiglia Conti, avvocato Alessandro Margiotta. «Non c’è assoluta correlazione tra la tragedia di Rigopiano e l’evento funesto che ci ha colpiti, non sussistendo alcun elemento che possa suffragare tale ipotesi. Nel contempo i familiari - conclude l’avvocato - ribadiscono piena fiducia nell’operato della Procura del Tribunale di Sulmona». Sulla morte del generale Conti e sul suo attaccamento al corpo forestale interviene anche Leonardo Di Gregorio, vice segretario regionale dell’Ugl. «Ho letto la toccante lettera che il compianto generale Conti scrisse all'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Non c’è nulla di più esatto se alcuni riferimenti socio-economici, dicono che il corpo forestale, oltre ad avere svolto un lavoro di prevenzione utilissimo sul territorio, poteva contare su conti perfettamente in regola. Ci si è battuti in prima linea per scongiurare lo scioglimento dello storico corpo forestale, ma è stato inutile. Quando vengono meno alcuni riferimenti per chi ha svolto con passione, rettitudine e abnegazione il suo lavoro, non è azzardato pensare a soluzioni estreme». (c.l.)