I pescaresi e la Silvanella: la magìa di una discoteca 

I fratelli Tucci raccontano l’epopea dello storico locale: «Ci chiedono di riaprire,  ma è finito un ciclo». I ricordi di 40 anni di spettacoli tra Carrà, Falchi e Ventura

PESCARA. È bastata una foto pubblicata sui social che la ritrae vuota e abbandonata, per alimentare negli animi di chi l’ha vissuta intensamente il desiderio di rivederla viva. Sono trascorsi 17 anni dall’ultima notte che luci, musica e persone hanno acceso La Silvanella. Era il Capodanno 2005 quando l’era della discoteca di Silvi si è definitivamente chiusa dopo aver salutato l’inizio dell’anno. Un’era cominciata più di 40 anni prima e finita per le mode che cambiano e i problemi legati alla difficile coesistenza tra musica alta e il vicinato che nel frattempo aveva costruito attorno.
Tutto comincia nel 1965 quando Amerigo Tucci mette in piedi un locale capace di attirare il jet set dagli anni ’60 in poi, e al cui interno si sono esibiti, anche più volte, monumenti della canzone italiana come Raffaella Carrà, Ornella Vanoni, i Pooh, Peppino Di Capri, i Camaleonti, Iva Zanicchi, Milva, Mino Reitano, e che ha fatto ballare con la musica disco e la prima musica house 3-4 mila ragazzi ogni sera, vedendo passare dj iconici.
«La Silvanella è nata con mio padre e i suoi fratelli», ricorda Pierluigi Tucci, figlio di Amerigo, oggi titolare insieme al fratello Ezio dello stabilimento balneare Il Moro Pinalba. «Inizialmente era un camping e già nei primi anni ci siamo messi in mostra, facendo venire Raffaella Carrà, tre volte la Vanoni, i Pooh».
Alla fine degli anni ’70, la famiglia Tucci si fa contagiare dalla febbre del sabato sera e i live che avevano reso grande La Silvanella nel decennio precedente lasciano sempre più il posto alle serate disco. «Avevamo fatto un gemellaggio con le grandi discoteche italiane, il Paradiso a Rimini e La Capannina a Forte dei Marmi. Loro venivano a fare le serate da noi e poi noi andavamo da loro, portando il nostro marchio. La gente affittava le case a Silvi Marina, perché c’era La Silvanella. I giorni in cui facevamo le serate, i parrucchieri erano tutti pieni», rivela Tucci.
Il successo aumenta talmente tanto che nel 1983 Tucci apre la versione invernale della Silvanella, il Niagara. «Siamo sempre stati molto innovativi» rivendica il fratello, Ezio. «Abbiamo fatto venire tanti personaggi, oltre a quelli degli anni ’60. Facevamo le serate con Radio Dj. Venivano Fargetta e Federica Panicucci. Al 40° compleanno del locale c’era Simona Ventura: fu una serata memorabile. Siamo stati i primi in assoluto, tra 1989 e il 1990, a fare lo schiuma party, con tutti in costume, e ogni sera organizzavamo un tema diverso, come la festa del bullone, per far formare le coppie. All’epoca non c’erano i cellulari: per incontrare qualcuno bisognava uscire. Ci si conosceva alla Silvanella e poi ci si ribeccava a piazza Salotto».
«Abbiamo lanciato alla fine degli anni ’90 le disco dinner che tanto vanno di moda oggi», rimarca Pierluigi. «Le abbiamo pensate per i veglioni di fine anno. Facevamo mangiare 700-800 persone. Nel 2000 abbiamo fatto un Capodanno epocale».
Per anni nelle classifiche nazionali tra i primi locali d’Italia, La Silvanella è il punto di incontro della costa e attira le show girl più in voga del momento, Manuela Arcuri, Alba Parietti, Anna Falchi. O la squadra di pallanuoto di serie A, che aveva fisso il suo salottino.
«Tutti ci chiedono sempre di riaprire», dice ancora Ezio, «ma quel mondo è finito. Il divertimento una volta era sano. La gente voleva solo stare bene. Bersi un bicchiere di vino. Oggi i ragazzi esagerano».
«La Silvanella è la nostra vita», conclude Pierluigi Tucci, «il nostro orgoglio e quello di papà che non c’è più. In tanti ci hanno chiesto di poterla gestire, ma noi non siamo disposti a cederla se non a qualcuno davvero serio. È un locale bellissimo. Una struttura imponente, particolare, moderna. Oggi una cosa del genere sarebbe irrealizzabile. Se ci fosse qualche imprenditore interessato potremmo pensare di venderla. Mai dire mai».
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