Ici, scovate 3 mila false dichiarazioni

Doppie case intestate ai familiari per non pagare, il Comune incasserà 7 milioni

PESCARA. Tremila famiglie hanno ingannato il Comune con false dichiarazioni per non pagare l'Ici. E' quanto emerge dagli ultimi accertamenti effettuati dall'Ufficio tributi per stanare i proprietari che hanno intestato a un componente familiare un secondo appartamento, risultato fittiziamente abitazione principale, per ottenere l'esenzione dell'Imposta sugli immobili.

Quando sono partiti i controlli, mille contribuenti si sono presentati all'ufficio per autodenunciarsi, in modo da ottenere uno sconto sulle sanzioni applicate. Sconto valido solo per il 2010. Lo hanno ricordato ieri l'assessore ai tributi Massimo Filippello e il dirigente Marco Scorrano, durante una conferenza stampa indetta per presentare i risultati della lotta all'evasione.

«Entro la fine dell'anno», ha detto Filippello, «l'amministrazione comunale riuscirà ad incamerare 7 milioni di euro in più, grazie alla sola attività di contrasto all'evasione dell'Ici, dell'imposta sulla pubblicità e della tassa dei rifiuti».

In questa cifra rientrano anche le imposte e le sanzioni che saranno chiamati a versare i tremila contribuenti ricorsi al sistema dell'elusione per usufruire dell'esenzione dell'Ici riservata, a partire dal 2008, ai proprietari di abitazioni principali. Il sistema adottato è semplice. Vengono chiamate scissioni fittizie dei nuclei familiari, ossia quando uno dei due coniugi, regolarmente sposato, stabilisce la propria residenza in un secondo appartamento dichiarandolo come prima abitazione per non pagare l'imposta.

«Recenti sentenze della Cassazione», ha spiegato Filippello, «hanno stabilito che per prima casa si intende solo quella in cui dimora il nucleo familiare con i figli a casa. In caso contrario, si paga l'Ici con l'aliquota massima del 7 per mille».

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