Il Comune blocca le tasse ai balneatori

Arretrati Cosap, il Pdl annuncia una sospensione delle richieste di pagamento in attesa che si pronunci la Corte d’Appello

PESCARA. L’amministrazione comunale vuole sospendere le richieste di pagamento delle tasse arretrate per l’occupazione del suolo pubblico sulla riviera inviate ai balneatori in questi giorni. Lo ha annunciato ieri il consigliere, nonché coordinatore provinciale del Pdl, Lorenzo Sospiri. «L’amministrazione comunale», ha detto, «ha già dato la propria disponibilità a individuare con i concessionari una possibile soluzione al problema, come la sospensione dell’esecutività del titolo in attesa del pronunciamento della Corte d’Appello dell’Aquila».

Ma si possono veramente sospendere le richieste di pagamento di tasse arretrate? Il dubbio sorge, se si considera che su questa vicenda si è già pronunciato il tribunale di Pescara, nei mesi scorsi, respingendo i ricorsi presentati dai balneatori e dando ragione al Comune, che ha richiesto il pagamento del canone Cosap per l’occupazione dei marciapiedi sulla riviera con gazebo, tendoni, tavoli e sedie. «Il lungomare di Pescara», hanno scritto i giudici nelle varie sentenze, «è soggetto alla normativa Cosap». Invece i titolari degli stabilimenti sostengono il contrario, essendo già sottoposti al pagamento del canone di concessione demaniale per le stesse aree. E lo scontro legale ora si sposta alla Corte d’Appello dell’Aquila.

In attesa del nuovo pronunciamento dei giudici, l’amministrazione è intenzionata a congelare tutte le ingiunzioni di pagamento, per gli anni dal 2003 al 2009, già inviate dall’Aipa, la società di riscossione dell’ente, ai balneatori. Si tratta di tasse non pagate per un importo complessivo che si aggira tra gli 800mila e i 900mila euro. Per i titolari degli stabilimenti è un regalo di Natale inatteso. «Qui occorre chiarire», ha fatto presente Sospiri, «non si parla di balneatori evasori della Cosap, perché in realtà quei concessionari l’occupazione del suolo pubblico l’hanno sempre pagata al Demanio, che era proprietario della superficie. Quattro anni fa, però, il precedente governo di centrosinistra si è inventato una nuova tassa, imponendo ai concessionari il pagamento anche della Cosap, ossia del canone comunale per l’occupazione del marciapiedi immediatamente prospiciente le concessioni, nonostante il pagamento già in corso della stessa imposta sul Demanio».

Le dichiarazioni di Sospiri, tuttavia, non sembrano tenere conto delle sentenze del tribunale di Pescara, che hanno chiarito la controversia. «Ai fini dell’applicazione della Cosap», hanno spiegato i giudici, «a rilevare è, non il profilo della proprietà, quanto quello dell’uso pubblico del bene». In sostanza, quindi, anche se la riviera è di proprietà demaniale, la tassa comunale deve essere pagata lo stesso.

L’amministrazione, invece, sembra aver trovato una scappatoia per non far pagare, almeno per il momento, i titolari degli stabilimenti. «La nostra maggioranza», ha rivelato Sospiri, «ribadisce la propria contrarierà a quella tassa inventata dal centrosinistra. Nei prossimi giorni si verificherà quanto richiesto dagli uffici, ossia la possibilità, da parte dei balneatori, di emettere una polizza fideiussoria quale garanzia per un futuro pronunciamento della Corte d’Appello». «Abbiamo anche previsto la possibilità», ha concluso, «per i concessionari che decidessero di pagare, di togliere le sanzioni e di rateizzare la somma dovuta».

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