Il Comune non paga 4 anni di lavori

3 Maggio 2011

Impresa in ginocchio, licenziati 8 dipendenti. Il titolare denuncia la banca

PESCARA. Sull'orlo del fallimento per colpa del Comune di Pescara che non ha pagato 43 fatture per 364 mila euro di lavori già fatti e di una banca che ha strappato come carta straccia un contratto di cessione del credito da 326 mila euro. È questa la denuncia di un imprenditore. «Oggi la mia vita è un inferno perché, dal 2005 al 2009», racconta Claudio Masciulli Ferri, 50 anni, titolare dell'impresa Cmf di Montesilvano che si occupa di segnaletica stradale, «il Comune di Pescara non mi ha pagato 43 fatture per 364 mila euro di lavori eseguiti sulle strade, dalle strisce pedonali ai cartelli e ai semafori. Aspetto soldi, 30 mila euro, dall'amministrazione di Francavilla e altri 20 mila dal Comune di Manoppello. La mia azienda è sull'orlo del fallimento per colpa di amministrazioni che non hanno pagato i lavori commissionati e di una banca che ha revocato un contratto di cessione del credito dopo aver incamerato 81 mila euro». La banca è stata denunciata dall'imprenditore.

CREDITI E SEQUESTRI Masciulli Ferri continua: «A fronte delle fatture emesse agli enti pubblici dal 2005 al 2009», dichiara, «Equitalia ha preteso il pagamento delle tasse. Ma se la mia impresa non ha incassato i soldi per i lavori già fatti, come può anticipare le tasse? Equitalia, però, è andata avanti e ha sequestrato i mezzi della mia impresa e i crediti che vanto verso le amministrazioni locali, cioè cinque volte di più di quanto dovuto per le tasse non pagate». Le amministrazioni non vogliono pagare i debiti fuori bilancio ereditati dal passato: «Mi propongono transazioni», denuncia l'imprenditore, «con tagli fino al quaranta per cento. Una soluzione inaccettabile visto che i lavori eseguiti sono provati e i costi calcolati sulla base del prezziario regionale». Di tutte le amministrazioni, l'unica che finora ha onorato i debiti del passato è stata il Comune di Montesilvano: «Nel 2009», dice Masciulli Ferri, «l'amministrazione di Pasquale Cordoma mi ha pagato 30 mila euro di lavori ordinati dall'ex sindaco Enzo Cantagallo. L'amministrazione Cordoma mi ha pagato, in un mese, altri 10 mila euro di lavori appena fatti».

I LAVORI DI D'ALFONSO Ma il cuore del problema batte a Pescara: dal 2005 al 2009, con l'amministrazione del sindaco Luciano D'Alfonso, la Cmf ha eseguito 364 mila euro di lavori non pagati. «Se oggi l'amministrazione di Luigi Albore Mascia saldasse i debiti, la mia impresa sarebbe salva», confessa l'imprenditore.

SECCIA: «SÌ AI CONTROLLI» «Purtroppo, quasi tutte le fatture della Cmf sono prive degli ordini dei dirigenti», risponde l'assessore alle Finanze Eugenio Seccia, «e per questo il pagamento diventa possibile a due condizioni: che un dirigente si assuma la paternità dell'ordine dei lavori oppure in caso di una sentenza del tribunale. A queste condizioni, il Comune è pronto a pagare perché tutti sappiamo che dietro un'impresa ci sono le famiglie. Ma al di là del principio morale va rispettata la legge».

LA BANCA DENUNCIATA Ma per l'imprenditore, alle amministrazioni insolventi si aggiunge il caso del contratto di cessione del credito strappato dalla banca e sfociato in una denuncia alla procura e in una segnalazione alla Banca d'Italia, al prefetto Vincenzo D'Antuono e alla Camera di commercio: la Cmf ha vinto un appalto da 326 mila euro per rifare la segnaletica stradale a Rieti per conto dell'Anas; il 26 maggio dell'anno scorso, l'imprenditore ha ceduto il credito alla sua banca di corso Umberto a Montesilvano con un atto del notaio Patrizia Amicarelli; ma sei mesi dopo la firma, all'impresa non sono stati concessi fondi e, per un assegno da 2.900 euro risultato scoperto, il conto dell'azienda è stato chiuso. «Ma la banca», denuncia l'imprenditore, «ha incassato 81 mila euro dall'Anas come saldo per il primo stato di avanzamento lavori e li ha utilizzati in maniera arbitraria senza consenso della ditta. Così gli 81 mila euro sono serviti a coprire una fattura precedente anticipata dalla banca per 41 mila euro e gli altri 40 mila per appianare un altro debito pregresso».

OTTO OPERAI LICENZIATI «Da questo momento, il conto dell'azienda è stato chiuso e il contratto di cessione del credito revocato», spiega Masciulli Ferri, «sono stato costretto a licenziare otto operai e a sospendere il cantiere dell'Anas a Rieti. Il comportamento della banca ha violato le direttive della Banca d'Italia che sollecitano gli istituti di credito ad attivarsi per essere di ausilio alle piccole imprese. Se un'impresa ricorre al mercato del credito, lo fa perché necessita di mezzi per continuare l'attività ed è compito della banca, nei limiti del possibile, andare incontro al cliente». Ma, tra le insidie, l'imperativo della Cmf è continuare a lavorare per evitare un fallimento che è a un passo: «Come faccio a vincere ancora le gare d'appalto? L'ultima, al Comune di Pescara», dice Masciulli Ferri, «l'ho vinta con un ribasso d'asta che sfiora il 50 per cento».

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