Il covo dei ladri di rame in una casa abbandonata

Un edificio che cade a pezzi nelle campagne di Spoltore ora è la base delle bande Anche i divani nel rudere usato per tagliare i cavi. Come funziona il mercato nero
PESCARA. Due divani, uno di pelle, e tre poltrone. Lavorano comodi i ladri di rame e lo fanno in aperta campagna. La fabbrica per togliere il rame dai cavi e poi rivenderlo a 5 euro al chilo si trova a Spoltore, dopo la frazione di Villa Santa Maria, la stessa rimasta 12 ore al buio nella notte di Halloween per un maxi furto, e prima dell’ex discarica di Colle Cese: è un casolare abbandonato e che casca a pezzi, senza porte e senza finestre, con il cartello che segnala il pericolo rotto. È qui che i ladri di rame si nascondono per l’ultima fase del loro lavoro: prelevare la parte ricca dei cavi e buttare via la gomma che non vale niente. Che il rame sia una ricchezza che vale la pena di rubare lo dicono anche gli ultimi colpi e le ultime operazioni dei carabinieri: 5 casi in un mese solo a Pescara. Il 27 febbraio scorso è scattato il sequestro di una tonnellata di cavi su un furgone mentre, nella notte del 22 gennaio, i ladri hanno rubato 500 metri di rame anche dalle cabine elettriche delle gallerie San Silvestro e Le Piane della circonvallazione.
La casa è su una strada usata solo da un pugno di residenti e non ha più il recinto. Si può parcheggiare ed entrare. Poi, è quasi un gioco estrarre il rame dai cavi: esiste un attrezzo che tira il rame e lo avvolge. I carabinieri di Pescara, guidati dal capitano Claudio Scarponi in collaborazione con il tenente Antonio Di Dalmazi, sanno come si comportano i ladri di rame: di solito fanno sopralluoghi nei luoghi da derubare, si preparano il terreno tranciando i cavi per poi passare a caricarli in un secondo momento. Così hanno fatto anche in una ditta abbandonata lungo via Tiburtina di Pescara, il 30 gennaio scorso, ma qualcosa è andato male e un ladro è rimasto folgorato da una scarica da 20 mila volt.
Privato della gomma, il rame finisce nelle mani di ricettatori o di altre ditte che lo lavorano e riusano. È tanto importante il rame che due romeni, sorpresi quasi all’alba di giovedì scorso sulla circonvallazione, avevano nel furgone due decespugliatori, 6 motoseghe, una mola, un trapano, una trancia e 6 pentoloni di rame, oltre a tre set di posate, piattini e tazzine di caffè. Il rame delle vecchie pentole ha un valore alto per la sua composizione.
Chi sono i ladri di rame? Secondo le ultime operazioni, sono quasi sempre i romeni i protagonisti del traffico. E sono giovani: quelli denunciati per ricettazione giovedì scorso hanno 23 e 39 anni, il ragazzo del furgone con una tonnellata di rame ne ha 28, il ladro folgorato 38.
Per arrivare al casolare pericolante, c’è una strada sola che si può imboccare da due parti: o dalla frazione di Villa Santa Maria passando davanti alle ville immerse nella campagna o dalla zona artigianale di Santa Teresa di Spoltore. Il punto d’arrivo è sempre lo stesso: la casa a due piani lungo via Colle Cesi, la strada che guarda sulla discarica chiusa a picco sull’autostrada A14. Da qui, il rame fa chilometri su chilometri: per gli investigatori, l’impresa più difficile è risalire all’origine di un furto.
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