Il dolore degli amici: era generoso e presente

Grande commozione in Consiglio comunale. D’Incecco: «Era una persona vera e molto sensibile»

PESCARA. «Dolore e sgomento». Chi conosceva Pino Ciccantelli non riesce a credere alla sua tragica morte e ieri, quando la notizia si è diffusa, il consiglio comunale ha interrotto i lavori per osservare un minuto di silenzio. Ma la commozione era tale che l’interruzione è proseguita e la seduta è ripresa solo dopo un po’. Proprio dall’aula consiliare arriva il messaggio di Marco Presutti, capogruppo del Pd. «Con lui», dice, «se ne va una persona che ha amato Pescara e che l'ha servita con entusiasmo e fierezza in un periodo tanto diverso dal nostro. Era una persona generosa e gentile che non mancava mai di offrire un consiglio lucido ed efficace e di far percepire una calda vicinanza umana, un pescarese verace che, pur avendo cessato da tanti anni l'impegno politico in prima persona, seguiva con attenzione il dibattito politico amministrativo della città».
In questi momenti, dice l’onorevole Vittoria D’Incecco, «le parole servono a poco se non ad esprimere affetto e vicinanza alla moglie, ai figli e a tutti i suoi cari». Era «una persona vera e profondamente sensibile», dice sempre la parlamentare parlando di Ciccantelli e mettendo in evidenza il «profondo rispetto per le istituzioni» dell’ex sindaco e le sue «capacità». Ciccantelli, dice da Montesilvano il sindaco Francesco Maragno, «ha contribuito significativamente alla crescita del territorio grazie ad un progetto politico fondato sulla condivisione e sul desiderio di lasciare una città migliore».
È sbigottito, come tutti, anche Enzo Del Vecchio, della segreteria di D’Alfonso, che saluta Ciccantelli su Facebook. «Con un abbraccio caloroso mi aveva dimostrato la sua amicizia e vicinanza ed insieme con altri amici abbiamo ripreso a vederci, ragionare e riflettere sui temi di interesse della nostra comunità. Ed invece. Riposa in pace». Elio Ferzetti, che ha visto Ciccantelli l’ultima volta la settimana scorsa, per una rimpatriata, tira fuori i bei ricordi di un’esperienza radiofonica vissuta insieme e nata «per manifestare un’idea di libertà». Insieme hanno «sorriso dei ricordi», scrive Ferzetti su Facebook salutando l’amico, «delle tue interviste impossibili da primo cittadino nel giorno del mio matrimonio, del tuo maggiolone carico di cavi e batterie per raccontare le trasferte biancazzurre, il tuo entusiasmo in un mondo in cui la politica era diversa». (f.bu.)
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