Il medico dello sport: attenti, si rischiano guai al cuore e tumori 

Marchesani mette in guardia dall’uso dei farmaci vietati: «A Pescara il fenomeno è rilevante, troppi atleti fai-da-te»

PESCARA. Evanio Marchesani non è olo il primario della Medicina dello Sport: insieme ad altri tre medici del reparto, è anche un pubblico ufficiale. Con il potere di ispezionare le palestre ed eseguire sequestri. E Marchesani sa che, a Pescara, il doping è diffuso: «È un fenomeno difficile da arginare»
L’ultima operazione dei Nas è un’altra conferma che il doping è una presenza fissa in certe palestre: quanto è presente a Pescara?
«In una città come Pescara, il doping è abbastanza rilevante. Sull’onda di discipline come il triathlon con l’Ironman o il Crossfit, tanti pensano di spingersi verso l’estremo ma non tutti possono esprimersi a certi livelli e così si chiede un aiuto farmacologico. Non si riesce a capire che ogni individuo ha un limite insuperabile».
Insomma, sono i dopati della porta accanto?
«Il doping si riferisce soprattutto agli amatori: io li chiamo gli atleti fai-da-te. In genere, gli atleti veri puntano sull’allenamento, hanno conoscenza dei propri limiti e sanno cosa possono e non possono fare. E poi c’è una matrice sportiva alla base dei loro gesti. Invece, l’atleta fai-da-te non si confronta con gli altri: vuole superare i suoi limiti e basta».
C’è chi assume farmaci per animali pur di apparire in forma, chi il testosterone, chi usa ormoni: come è possibile prendere queste medicine e ignorarne gli effetti dannosi?
«Una ragione potrebbe essere il passaparola tra gli amici e cioè un amico che consiglia a un altro l’uso di un medicinale già utilizzato e che “funziona”; poi, ci potrebbero essere istruttori, gestori di palestre o allenatori che invogliano al consumo; potrebbero esserci anche medici, purtroppo, che non hanno remore a indicare tali farmaci magari spinti dalla voglia di risultati. Sicuramente, c’è poca informazione sugli effetti negativi».
E quali sono?
«Malattie cardiovascolari e inducenti neoplasie. Queste sostanze agiscono, per la maggior parte, sul sistema ormonale e ne vicariano l’attività: il sistema ormonale, quindi, si addormenta perché gli arrivano dall’esterno quelle sostanze che l’organismo secerne. E dopo le assunzioni di doping non si torna più alla normalità. Queste sostanze danno l’illusione di un maggior vigore, anche sessuale, ma quando si smette, poi, il sistema è compromesso».
E sui giovani i rischi sono maggiori?
«Negli adolescenti, l’organismo è in via di sviluppo e le complicanze, con l’uso del doping, sono ancora più gravi. Le sostanze variano il sistema neuroendocrino in un momento in cui questo sistema si va ancora formando. E poi c’è anche il danno psicologico: i ragazzi vengono abituati ad aggirare le regole».
I numeri sembrano dire che trovare sostanze dopanti è semplice: è vero?
«C’è un mercato clandestino perché l’acquisto in farmacia a causa dei controlli è sempre più difficile. È sempre più facile, invece, comprare su Internet. Poi, si sta sviluppando un canale di approvvigionamento estero illegale che sfugge ai controlli».
Poi, ci gli integratori: si possono usare o no?
«Secondo me, solitamente, hanno un’efficacia psicologica. Gli integratori, spesso, danno un effetto placebo. In altri casi, come l’attività fisica svolta in estate, gli integratori possono servire per recupera i sali minerali persi. Comunque, prendere gli integratori se non si è allenati non serve a niente».
Estate e mare: quanto possono influenza sul doping?
«Il doping nelle città di mare è più evidente. Già da febbraio, marzo si pensa alla prova costume ma bisogna pensare che chi ragiona così ha paura del giudizio degli altri: avere il fisico muscoloso o dimagrire non significa essere più accettati dagli altri».
C’è una via di uscita?
«È un problema complesso: bisogna lavorare sulla personalità degli individui». (p.l.)