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Il ministro si rivela local: le imprese vanno tutelate

«Il piccolo non può correre dietro al grande». E’ quello che i balneari volevano sentirsi dire ieri mattina e che hanno sentito dal ministro degli Affari regionali, Enrico Costa

PESCARA. «Il piccolo non può correre dietro al grande». E’ quello che i balneari volevano sentirsi dire ieri mattina e che hanno sentito dal ministro degli Affari regionali, Enrico Costa.

Per il ministro, che più volte ha sottolineato di essere un «liberale», «è comodo fare i liberali, se vogliamo tutte multinazionali», mentre sarebbe opportuno che si tutelassero «le imprese familiari che hanno un rapporto personale col turista». Che è molto meglio, sempre secondo Costa, di avere «ombrelloni sponsorizzati».

Dunque, un ministro più «local» che «global», quello che ieri ha rassicurato la platea dei balneari, accorsa per ascoltarlo. Enrico Costa però si è anche mostrato contrario ad ogni forma di proroga delle concessioni, così come avvenuto finora. «Sarebbe tutto molto facile», ha rimarcato, «molto più semplice, prorogare fino al 2050. Prenderei un sacco di applausi, ma fra qualche anno partirebbero subito i ricorsi».

Già, poiché proprio per evitare le procedure di infrazione, negli anni scorsi, ha ricordato Costa, si è proceduto con «proroghe e piccoli adeguamenti». Quello che ho trovato, infatti», ha rammentato Costa, «sono stati tanti proclami, principii e proroghe. Io invece», ha annunciato, «ho l'obiettivo di mettere in piedi un assetto normativo».

Quello che ieri hanno in sostanza chiesto le associazioni di categoria, presenti all'incontro con il ministro. Prima, invece, secondo Costa, c’era solo «disordine normativo». Ora però il rischio, anche se il relatore della legge sarà un balneare, l'onorevole Pizzolante, saranno i tempi lunghi per approvare la legge in Parlamento. Ma Costa ha ribadito tutto il suo impegno: «Incalzerò molto il Parlamento e il tutto dovrà essere fatto in tempi contenuti».

Il ministro ha anche ricordato che all'interno del governo, non tutti sono concordi sul nuovo assetto normativo. «Ma io sono uno che viene dalla Giustizia», ha osservato rievocando il suo ex incarico di vice ministro, «e quando il governo decise di mettere la fiducia sul processo penale, presi le distanze dal Consiglio dei ministri. Sui temi che mi convincono, non faccio passi indietro. E poi bisogna premiare il merito di chi per anni si è occupato dei territori».

Per Costa, prima «gli imprenditori balneari aprivano il giornale temendo che l'impalcatura da un giorno all'altro crollasse». Ora invece il futuro, sempre secondo il ministro, dovrebbe essere meno incerto: «Ho messo insieme i ministeri competenti sulla materia, mentre prima c'era una batteria di ministeri: quello del Welfare, delle Infrastrutture, dei Beni culturali, dell'Ambiente, dello Sviluppo economico e della Sempificazione. Io li ho messi intorno ad un tavolo», ha concluso Costa, «e infine siamo arrivati a delle linee guida che tenessero conto di tutto». (v.d.l.)

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