Il Pdl abruzzese in panne, sulle liste deciderà Roma

Non bastano sei ore di discussione per sciogliere le questioni irrisolte: troppi i candidati

PESCARA. Dopo sei ore di discussione il Pdl abruzzese ieri ha rimandato alla prossima settimana la definizione delle liste. Troppe le questioni irrisolte, troppi i candidati di fronte a un risultato che potrebbe ridurre a un terzo la rappresentanza del centrodestra abruzzese in Parlamento.

I più realisti parlano di 1 solo seggio sicuro al Senato (oggi sono 4) e di tre seggi sicuri alla Camera (oggi sono sette). Dunque è difficile che in assenza di primarie la definizione delle liste sia decisa tutta tra Pescara e L’Aquila. Sarà probabilmente Roma a sciogliere gli ultimi dubbi. L’orientamento condiviso al momento dall’intero Pdl è quello della rappresentaza territoriale. Se quattro sono i posti sicuri bisognerà fare in modo che nella composizione delle liste le quattro province risultino rappresentate.

Un secondo dubbio riguarda il numero delle liste. La maggioranza del Pdl andrà sotto le bandiere di Berlusconi, altri si stanno riposizionando sotto il simbolo di Fratelli d’Italia (la lista-partito di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa). Per esempio l’assessore Paolo Gatti, sempre molto attento ai passi della Meloni, almeno prima dell’arrivo di La Russa che non dovrebbe corrispondere al modello di nuova politica da lui auspicato.

Ci sono poi questioni più laceranti, come quella di Alfredo Castiglione che è vicino a Franco Frattini, ormai in quota Monti. Che cosa farà il vicepresidente della giunta?

Secondo alcune previsioni Paolo Tancredi alla Camera e Filippo Piccone al Senato potrebbero essere due nomi spendibili per coprire le istanze di Teramo e L’Aquila (in questo caso il presidente dimissionario della Provincia Antonio Del Corvo avrebbe poche chance di raggiungere l’obiettivo del seggio). Su Chieti è sempre forte l’ipotesi Fabrizio Di Stefano, che si avvia a concludere il primo mandato a Palazzo Madama (ma per essere sicuro del seggio dovrebbe traslocare alla Camera).

Su Pescara c’è più bagarre. Il candidato con referenze romane più pesanti è Sabatino Aracu (molto vicino all’influente Fabrizio Cicchitto) che non ha perso le speranze di essere rieletto per la quarta volta al Parlamento. Su Pescara c’è anche Giovanni Dell’Elce e c’è Lorenzo Sospiri, primo dei non eletti nel 2008. Punta a mettersi in lista anche il presidente del Consiglio Nazario Pagano, vicino a Raffaele Fitto. Non sarà certamente candidato il governatore Gianni Chiodi che si ripresenterà alle regionali per cercare di essere riconfermato. Sarebbe la prima volta per un presidente di regione abruzzese. ©RIPRODUZIONE RISERVATA