Il pm: Cantagallo e quella rapina da non denunciare

11 Novembre 2012

Secondo l’accusa, l’ex sindaco non poteva giustificare la provenienza di due orologi di grande valore

PESCARA. Altro che orologio da tutti i giorni: è un «Rolex Daytona pagato 8 mila euro in contanti» quello «rapinato» all’ex sindaco Pd di Montesilvano Enzo Cantagallo da un bandito con pistola e casco calato sul volto.Resta a tinte forti, anche alla fine del dibattimento del processo Ciclone, il giallo della rapina mai denunciata: tra una serie di «non ricordo», a rivelare altri dettagli sull’assalto a Cantagallo è Antonio Angelucci, orologiaio di “Tempo e tempi” in via Mazzini.

Interrogato venerdì scorso, Angelucci ha detto di «non ricordare più» la sua doppia dichiarazione resa alla squadra mobile il 15 e il 19 dicembre 2007: 5 anni fa, davanti agli investigatori, Angelucci aveva «escluso» di aver venduto all’ex capo di gabinetto di Cantagallo, Lamberto Di Pentima, un Patek Philippe. È proprio l’orologio da 11 mila euro finito al centro dell’ultimo scontro giudiziario tra Cantagallo e Antonella Marsiglia, la comandante dei vigili urbani di Montesilvano dal 2004 e moglie dell’ex capo della Mobile Nicola Zupo. Lo stesso Patek Philippe che Cantagallo sostiene di aver ricevuto in regalo da Marsiglia durante una relazione extraconiugale. Non è così per Marsiglia: «Volevo fare un regalo a mio marito, Zupo», ha rivelato nell’ultima udienza, «e chiesi un consiglio a Cantagallo visto che era risaputo che lui aveva tanti orologi. Cantagallo mi parlò di un Patek Philippe e Di Pentima mi disse che avrebbe potuto procurarmelo. Così, prelevai 11 mila euro dalla mia banca a Cernusco sul Naviglio e li consegnai a Di Pentima. Poi, però, mi presentò un orologio con la garanzia intestata a un altro e senza fattura: pensai a una patacca e glielo lasciai lì».

Rapina «a Roma». Di fronte alla Mobile, sempre nel 2007, Angelucci si era ricordato però di aver venduto a Cantagallo proprio il Daytona: Angelucci era stato preciso raccontando anche che «Cantagallo gli riferì, poi, che quell’orologio gli venne rubato durante una rapina a Roma».

«Non ricordo». In aula, Angelucci è tornato sui suoi passi: «Non ricordo quello che ho dichiarato nel 2007 alla polizia, è passato troppo tempo. Comunque, mai venduto un Rolex a Cantagallo. Per Di Pentima, invece, ho trovato un Patek Philippe su Internet e mi ha pagato in contanti». Nuova indagine? Adesso, le dichiarazioni contrastanti di Angelucci potrebbero finire sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti: non sarebbe la prima volta, visto che il processo Ciclone ha generato già altre 3 inchieste per falsa testimonianza – un’altra indagine per lo stesso reato riguarda il processo sull’Azienda speciale – e anche Cantagallo è tra gli indagati. Stavolta, la domanda centrale è questa: ma in una città come Pescara, ci si può dimenticare di uno che paga un Rolex in contanti? L’ipotesi, accarezzata dal presidente del collegio Carmelo De Santis, è che gli orologi siano stati venduti in nero.

Paura della rapina. Ma c’è di più: a parlare della rapina non è soltanto Angelucci ma anche Cantagallo in un’intercettazione ambientale con Di Pentima del 6 luglio 2006: «Mi ha riaperto una ferita, a me quello mi ha riaperto una ferita che io l’avevo cancellata, ma tu mi credi che me lo sogno, che io la mattina quando esco, la sera quando vado a dormire ci ho quello con il casco con la pistola puntata. Cioè quello mi ha fregato due orologi con una pistola puntata qua alla coccia, ma ti rendi conto o no?».

Sfogo di Varone. Non si sa a quando risalga la rapina ma Cantagallo è stato assessore, prima alla Cultura e poi ai Lavori pubblici, dal 1995 fino al 2004 e sindaco dal 2004 al 2006: un pubblico ufficiale di una città come Montesilvano può subire una rapina così cruenta – «Quello mi ha fregato due orologi con una pistola puntata qua alla coccia» – e non presentare denuncia? Il pm Gennaro Varone l’ha ripetuto all’inizio della sua requisitoria che sarà conclusa il prossimo 14 novembre con la richiesta delle condanne: «Cantagallo ha orologi di un certo costo, subisce una rapina e poi non denuncia?». Un modo per dire, è questa la tesi di Varone, che «Cantagallo non avrebbe potuto giustificare la provenienza di quell’orologio». Per la procura, orologi di lusso uguale tangenti prese in cambio di appalti pubblici.

Quello degli orologi è quasi un vizio per Cantagallo: un Panerai Luminor Martina da quasi 10 mila euro, un Rolex Oister e un Seiko in oro gli sono stati sequestrati nel 2006, mentre del pezzo forte della collezione, il Patek Philippe Nautilus 3.800 A1, è stato sequestrato soltanto il certificato intestato a un cittadino tedesco di Francoforte. E l’orologio? Cantagallo lo porta ancora al polso.

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