Il popolo dell'acqua in corteo a Pescara: "Ridateci fiumi e mare puliti"

Un migliaio di manifestanti sfila lungo le strade per il raduno regionale fino a piazza Primo Maggio

PESCARA. La marcia del popolo dell’acqua parte in sordina. All’inizio poche centinaia di attivisti si ritrovano in piazza Unione, sotto la sede della Regione. Imbracciano cartelli e megafoni. Poi un serpentone di quasi un migliaio di persone sfila lungo corso Vittorio Emanuele, corso Umberto e si dirada in piazza Salotto e piazza Primo Maggio, rompendo il tran-tran del sabato pomeriggio, urlando la propria rabbia e reclamando a voce alta il diritto ad avere fiumi e mare puliti.

La manifestazione degli ambientalisti chiama a raccolta associazioni da tutta la regione. In piazza anche rappresentanti delle istituzioni: il segretario cittadino del Pd, Moreno Di Pietrantonio, i deputati Gianluca Vacca (M5s) e Gianni Melilla (Sel), il sindaco di Tollo, Angelo Radica, l’assessore all’Ambiente di Montesilvano, Fabio Vaccaro, i consiglieri di maggioranza Piero Giampietro e Riccardo Padovano, oltre ai pentastellati Domenico Pettinari, Erika Alessandrini e Massimiliano Di Pillo. La parola d’ordine è trasparenza e certezza dei dati, poiché né il portale istituzionale della Regione, né il sito internet dell’Arta, l’agenzia per la tutela ambientale, mettono in rete i report aggiornati delle analisi, degli interventi e delle risorse finanziarie stanziate per garantire la pulizia dei corsi d’acqua e il mantenimento di un livello adeguato di balneazione lungo le fasce costiere. Il risultato è un punto interrogativo enorme che incombe sulla stagione estiva: il secondo dopo il mancato avviso alla cittadinanza da parte del sindaco, Marco Alessandrini, dello sversamento nell’agosto scorso di 30 milioni di litri di liquami dopo la rottura della condotta fognaria di via Raiale.

«Siamo qui», scandisce al megafono Renato Di Nicola, «per ricordarvi che probabilmente quest’estate non si potrà fare il bagno perché il 70% dei fiumi sono inquinati e non possiamo rischiare di portare i nostri figli all’ospedale. Non stiamo parlando di un vestito, ma della nostra vita. E a questo proposito vogliamo sapere cosa stanno facendo il sindaco di Pescara e tutti gli altri assessori». In base agli ultimi dati a disposizione degli ambientalisti, lo stato dei fiumi e dei mari in Abruzzo è logorato al punto da diventare un’emergenza sanitaria: in due relazioni dell'Arta del 2013 e del 2014 si registra un picco del 47% dei campioni prelevati dai corsi d’acqua che presenta tracce di salmonella, un patogeno umano. Su 154 controlli sulle acque superficiali dei fiumi, 73 sono risultati positivi alla salmonella (il 47%): 17 campioni su 32 a Chieti (53%), 12 su 26 a Pescara (46%) e 44 su 96 all'Aquila (46%), mentre non si conoscono i dati del Teramano.

Lungo l'elenco dei fiumi coinvolti: Aterno-Pescara, Vera, Saline, Tavo, Feltrino, Osento, Trigno, canali del Fucino, Moro, Arielli, Dendalo, Venna. Pescara è la punta di un’emergenza che coinvolge tutto l’Abruzzo. A preoccupare è l’alta concentrazione di escherichia coli, le tracce di zinco rilevate, i tensioattivi, il rame, i solventi clorurati e il cadmio. «I primi scarichi abusivi», rincara la dose Loredana Di Paola, «sono i depuratori comunali non a norma. Chiediamo ai cittadini di scendere in piazza perché la nostra regione sta andando al collasso».

©RIPRODUZIONE RISERVATA