Il primario Ferrara: «Il pronto soccorso uscirà dal caos»

La neo responsabile, 60 anni, arriva dall’ospedale di Chieti «Consapevole delle difficoltà, l’importante è fare squadra»
PESCARA. La soddisfazione per il traguardo professionale colto. E la determinazione a trovare soluzioni ai problemi che attanagliano il pronto soccorso di Pescara, di cui è diventata primario. Il nuovo direttore medico dell’unità operativa complessa di medicina e chirurgia d’urgenza, Tiziana Ferrara, 60 anni, pescarese, è entusiasta dell’incarico che le è stato affidato dalla Asl di Pescara. La deliberazione del direttore generale, Vincenzo Ciamponi, è di due giorni fa e la voce all’interno dell’Azienda sanitaria si è diffusa immediatamente, lunedì. Ma il contratto di lavoro non è stato ancora firmato per cui Ferrara, in vista di questo ulteriore passaggio, resta in servizio a Chieti, dove è direttore (facente funzioni) dell'unità operativa di Medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza dell’ospedale Santissima Annunziata.
Come ha accolto la notizia? È contenta?
«Sono contenta, assolutamente contenta di questo passaggio di crescita professionale. Pescara è una grossa piazza: io arrivo da un pronto soccorso con 60mila accessi l’anno, quello di Chieti. A Pescara sono il doppio, per cui lo trovo molto stimolante. Sono consapevole delle difficoltà che possono esserci, ma le ho già vissute al Santissima Annunziata. Sono situazioni comuni ad altri ospedali, i problemi di Pescara e Chieti si registrano anche altrove, a livello nazionale, e tutte le direzioni si stanno attrezzando per affrontarli, inventando possibili soluzioni. Ci se la mette tutta, per far quadrare il cerchio. E io, da parte mia, ci metto da sempre la massima dedizione. E, da sempre, faccio questo lavoro con passione».
A proposito, cosa si può dire di lei, del suo percorso professionale?
«Ho studiato fuori, ho due specializzazioni in chirurgia, conseguite a Chieti con il professor Vanni Beltrami, che è appena scomparso, e sono in pronto soccorso dal 1997. Il mio percorso professionale è sempre stato finalizzato a una crescita. Ho continuato a seguire corsi di formazione anche nel campo delle relazioni umane. Il mio obiettivo era quello di chiudere con un’esperienza di direzione, che ora è arrivata» (l’incarico della Asl di Pescara è di 5 anni, rinnovabile, ndr).
La situazione del pronto soccorso di Pescara è complessa, tra l’iperafflusso di pazienti, la carenza di medici e le difficoltà dei reparti ad assorbire con regolarità i pazienti da ricoverare. Come la affronterà?
«È una situazione simile a Chieti, ci sono le stesse criticità. La mia dedizione sarà totale e l’impegno sarà al massimo delle mie capacità, per trovare soluzioni in accordo con la direzione».
Il personale è oberato di lavoro, i sindacati chiedono un potenziamento dell’organico. Che messaggio manda a chi è in servizio al pronto soccorso?
«Io ritengo che facendo squadra ce la possiamo fare».
Prima ha citato il professor Vanni Beltrami, i cui funerali si sono svolti proprio il giorno in cui è stata firmata la delibera della Asl di Pescara. Una coincidenza significativa?
«Con i miei colleghi stavamo progettando di andare a trovarlo. Mi sarebbe piaciuto condividere con lui questa novità, per renderlo orgoglioso. Ma non c’è stato il tempo. E l’ultimo saluto c’è stato due giorni fa, quando è stato ufficializzato il conferimento dell’incarico. L’ho presa come una coincidenza significativa, sì. Un segno».
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