Il sospetto di una bomba ferma l’elettrodotto

Scoperto un oggetto metallico a 500 metri dalla costa, ordinanza della Capitaneria blocca i lavori

PESCARA. I lavori per la realizzazione dell’elettrodotto Terna, cominciati da poco più di un mese all’altezza di Fosso Vallelunga, si sono già interrotti. Nei giorni scorsi gli operai, mentre cercavano di posizionare i cavi sul fondale marino, hanno trovato uno strano oggetto metallico e hanno dato subito l’allarme. Il comandante della Capitaneria di porto Enrico Moretti ha predisposto un’ordinanza per far sospendere immediatamente i lavori e per chiudere, a qualsiasi tipo di attività, un raggio di mare di circa 700 metri.

Si teme che sia un ordigno bellico inesploso. Ma non c’è ancora certezza. Per sapere di che cosa si tratti, bisognerà attendere l’arrivo degli esperti della Marina militare previsto tra martedì e mercoledì prossimi.

La scoperta è stata fatta martedì scorso, ma solo ieri se n’è avuta notizia. Alcuni sommozzatori stavano lavorando sui fondali, di fronte a Fosso Vallelunga quando, a 0,30 miglia marine, ossia a circa 500 metri dalla costa, a una profondità di 4,3 metri, è stato trovato un oggetto metallico, solo in parte coperto dalla sabbia, molto simile a una piccola bomba d’aereo della Seconda guerra mondiale. L’oggetto, infatti, misura 50 centimetri di lunghezza e 10 di diametro. La società Nexans, che ha chiesto il nulla osta per eseguire l’attività di posa e protezione dei cavi per l’interconnessione elettrica tra l’Italia e il Montenegro, si è fermata e ha avvertito la Capitaneria di porto. E il comandante Moretti non ha perso tempo. Ha emanato un’ordinanza, con decorrenza immediata, cioè a partire dal 3 marzo scorso, per vietare il transito, la sosta, l’ancoraggio e «qualsiasi attività inerente i pubblici usi del mare», per un raggio di 0,5 miglia nautiche dal punto in cui è stato trovato l’oggetto metallico. Inoltre, tutti i permessi relativi ai lavori dell’elettrodotto «sono da ritenersi sospesi sino al termine delle operazioni di bonifica della zona». La ditta che svolge i lavori si è premurata di segnalare il presunto ordigno con un gavitello di colore giallo. Ora, però, dovranno essere gli esperti a confermare i sospetti di una bomba.

Per questo motivo, è stato chiamato il nucleo Sdai, di Ancona, un organismo composto da specialisti in questo campo della Marina militare. «I tecnici dello Sdai non sono potuti intervenire in questi giorni a causa del mare molto mosso», spiegano fonti della Capitaneria, «prevediamo che tra martedì e mercoledì prossimi il mare sia più calmo. È probabile che il presunto ordigno si sia spostato con le mareggiate».(a.ben.)

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