Il viaggio del fango si blocca al porto

L'impianto belga tratta solo 300 metri cubi: ecco perché i lavori rallentano
PESCARA. Dai fondali del porto all'impianto di Moscufo, un percorso di sei tappe per separare i fanghi inquinati dalla sabbia e per iniziare a risollevare le sorti del porto inagibile da mesi e diventato terreno di proteste e di promesse, di manifestazioni e di riunioni, di appelli e di cortei. L'ultimo incontro, ma che diventerà, come è stato deciso, un tavolo permanente, si è tenuto ieri mattina in prefettura: un vertice in cui, al padrone di casa, il prefetto Vincenzo D'Antuono, è stato assicurato che il dragaggio riprenderà dopo Pasqua, mercoledì 27. A prendere l'impegno è stata la ditta Nicolaj che sta lavorando al dragaggio di 17 mila metri cubi che dovrà terminare entro il 30 giugno. Ma il sindaco Luigi Albore Mascia, che aveva minacciato anche di incatenarsi per difendere la marineria e la struttura pescarese, ha dato l'ultimatum: «Non consentirò più il teatrino e il rimpallo di competenze. Se i lavori non ripartono il 27, presenterò una denuncia formale per interruzione di pubblico servizio».
L'INGHIPPO. Il percorso del dragaggio inizia dalla draga che deve sollevare i fanghi che si sono accumulati sul fondale rendendo non più navigabile il porto, sia la darsena sia il porto canale. Una volta prelevati, finiscono nella vasca che si trova sulla banchina e poi vengono trattati nell'impianto arrivato dal Belgio. Ma è qui che i lavori subiscono un primo rallentamento. La ditta Nicolaj, come ha chiarito alle numerose istituzioni che hanno partecipato al vertice di ieri, può dragare in un giorno oltre mille metri cubi di materiale: una quantità troppo elevata per l'impianto del Belgio che può trattare al giorno solo 300 metri cubi di fanghi. E' il primo intoppo nella catena del percorso dei fanghi che costringe la ditta a dragare meno di quello che potrebbe fare e quindi a lavorare a singhiozzo. Durante il vertice della mattinata di ieri, è stato comunque ribadito che il cronoprogramma verrà rispettato e che il dragaggio sarà portato a termine per fine giugno: una data che il Comune ha comunque chiesto di anticipare per non interferire con la stagione balneare. Una volta trattato, il materiale finisce sui camion che lo trasportano nella discarica di Moscufo, prima sequestrata e ora parzialmente dissequestrata. Qui, i fanghi inquinati vengono separati dalla sabbia e trasformati, i primi, in materiale inerte, mentre la seconda potrà essere commercializzata.
VERSO GIUGNO. Alla riunione di ieri, accanto al prefetto e al sindaco, hanno partecipato per la prima volta anche il questore Paolo Passamonti, il comandante provinciale dei carabinieri Marcello Galanzi e i rappresentanti della Guardia di finanza perché il dragaggio, a causa delle tante manifestazioni come il blocco dell'Asse attrezzato, sta diventando anche un problema di ordine pubblico. Infine, al tavolo c'era chi da sempre segue la vicenda: il presidente della Camera di Commercio Daniele Becci, il comandante della direzione marittima Pietro Verna, i dirigenti della Regione, dell'Arta, l'assessore provinciale Mario Lattanzio, il responsabile unico del procedimento per il provveditorato alle opere pubbliche Luigi Minenza. Intanto, l'impresa e il provveditorato dovranno completare l'escavazione dei 7 mila metri cubi di materiale già autorizzato, nell'attesa che arrivi l'autorizzazione regionale per gli altri 10 mila metri. Infine, sempre il 27 si terrà l'incontro a Roma con il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Altero Matteoli.
PASTORE E D'INCECCO. Anche il senatore Andrea Pastore e l'onorevole Vittoria D'Incecco si rivolgono al ministro. Il senatore Pdl ha inviato un'interrogazione urgente al ministro per chiedere quali provvedimenti il governo intenda prendere per il dragaggio: «Perché occorre trovare una soluzione», scrive. Il deputato Pd ha presentato un'altra interrogazione sempre per sapere che cosa farà il governo per «la marineria e per l'inaccessibilità del porto canale per i fondali bassi». Il dragaggio, infatti, è concentrato sulla darsena, ma non sul porto canale, dove navigano i pescherecci. Il consigliere regionale Idv Carlo Costantini aggiunge che occorre «bonificare il fiume, gestire le operazioni di dragaggio rinunciando alla logica dell'emergenza e applicare il principio che "chi sbaglia paga"». L'assessore regionale Carlo Masci difende il presidente Gianni Chiodi e conclude: «Bisogna definire l'emergenza e poi predisporre un progetto che eviti di convogliare i fanghi nel porto canale».
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