Immobili di interesse storico, il Tar di Pescara annulla la delibera dei vincoli

I giudici amministrativi hanno annullato la delibera del consiglio comunale che imponeva vincoli a centinaia di edifici sia del centro che della periferia di Pescara

PESCARA. Che Pescara sia una città abituata a convivere con strani vincoli storici è cosa risaputa già dai tempi della vecchia stazione centrale, quando il sovrintendente dell'epoca spacciò per liberty ciò che i bombardamenti avevano oramai irrimediabilmente cancellato. Anche questa volta sembra che il numero dei ruderi senza valore messi a vincolo a marzo scorso sia maggiore di quello degli edifici di valore, fattostà che i vincoli del Comune non hanno retto, e così gli edifici tutelati come di interesse storico e architettonico non hanno passato il vaglio dei giudici amministrativi, che hanno accolto il ricorso presentato da decine di proprietari e società di costruzione. I giudici hanno accolto il ricorso presentato da alcuni big del mattone, tra cui l’Ance, cioè l’associazione dei costruttori e gli imprenditori D’Andrea e Sciarra. Il tribunale amministrativo, in sostanza, ha messo in evidenza una serie di incongruenze nella delibera, tra cui il fatto che gli edifici storici per poter essere vincolati necessitano dell’autorizzazione del ministero dei Beni culturali e architettonici e non, quindi, solo del parere del Comune. Nel dicembre scorso, si era pronunciato anche il Consiglio di Stato su questo argomento, accogliendo il ricorso presentato dalla ditta Trave per eliminare i vincoli su villa Agresti. Ora sarebbero in pericolo, secondo l’ex consigliere di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, promotore della delibera annullata, la filanda Giammaria e alcuni edifici storici presenti a Borgo Marino nord e sud. Ma gli effetti delle quattro sentenze del Tar potrebbero essere molto più ampi. Potrebbero riguardare tutti, o quasi, gli edifici storici.
È ciò che temono l’amministrazione comunale e lo stesso Acerbo.

Secondo le voci di Palazzo, a far perdere le elezioni a Luigi Albore Mascia fu proprio quell'accordo siglato per evitare la sfiducia anticipata; due mesi di sopravvivenza che il fantomatico "partito del mattone" non avrebbe perdonato. Ora però la palla passa all'attuale amministrazione comunale.

“Prendiamo atto delle odierne sentenze del Tar Pescara in tema di patrimonio storico architettonico che hanno annullato la delibera di Consiglio Comunale n. 45 del 14 marzo 2014 che imponeva vincoli su una serie di edifici appartenenti al patrimonio immobiliare storico e architettonico della città", dice il sindaco Marco Alessandrini. "Eravamo pronti a questa evenienza a seguito della recente sentenza del Consiglio di Stato su Villa Agresti, andata nella medesima direzione del Tribunale Amministrativo, tanto è vero che è già da tempo calendarizzato per venerdì 6 febbraio un incontro l’avvocato Tommaso Marchese, il legale che ha assistito l'Ente dinanzi al giudice di secondo grado, per approfondire la sentenza e assumere ogni conseguenziale iniziativa, in ordine ai limiti del potere pubblico di conformazione urbanistica del territorio, nel rispetto delle attribuzioni spettanti allo Stato, tramite il ministero per i Beni e le Attività culturali. Tutto questo in nome e per conto della tutela del patrimonio immobiliare storico che appartiene alla memoria cittadina, con il rispetto delle regole che sono la base di ogni modello di crescita sostenibile”.