La vedova Cornacchia: «Galeone merita un luogo importante, ma lo stadio lasciatelo a mio marito»

Da sinistra Giovanni Cornacchia, Giovanni Galeone e Vincenzo Zucchini
Pubblichiamo la lettera inviata al direttore del Centro dalla vedova del professor Giovanni Cornacchia, a cui è stato intitolato l’Adriatico nel 2009
PESCARA. Vorrei esprimere attraverso il suo giornale il mio cordoglio e il profondo dispiacere per la morte del mister Giovanni Galeone, uomo di grande spessore umano oltre che allenatore di successo. Insieme a mio marito hanno trascorso gli anni più belli delle storia calcistica di Pescara, lui allenatore e mio marito preparatore atletico di una squadra indimenticabile, così come rimarranno indelebili le giornate che i due Giovanni trascorrevano insieme in mare, si alzavano all’alba e prendevano la barca per andare a pescare al largo di Pescara e tornare poi in tempo per recarsi allo stadio per l’allenamento con la squadra. E poi come dimenticare le innumerevoli cene a casa nostra con il Gale, il grande Bruno Pace e altri illustri ospiti che venivano intrattenuti dalle parodie e i racconti goliardici di Bruno e di Giovanni: momenti memorabili!
Nel contempo però sono rimasta basita e dispiaciuta nel leggere che si volesse togliere l’intitolazione dello Stadio Adriatico a mio marito, Giovanni Cornacchia, uomo di grande spessore umano e soprattutto grande atleta a livello mondiale, ma soprattutto pescarese doc, orgoglioso di avere dato lustro alla sua Pescara in giro per il mondo!
Vorrei sottolineare che lo stadio Adriatico è stato intitolato a mio marito in occasione dei Giochi del Mediterraneo di cui era membro del consiglio di amministrazione, su proposta del Senatore Luciano D’Alfonso, amico e politico di spessore, e approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Pescara.
Giovanni Cornacchia, vorrei ricordare, è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti sportivi nel 1978, Stella d’oro del Coni Italiano, Ciattè d’oro dal Comune di Pescara, presidente provinciale del Coni Pescara, docente presso l’Universitàdi Chieti, allenatore della nazionale italiana di atletica leggera settore Ostacoli dove ha allenato e accompagnato alle Olimpiadi di Los Angeles ’84 l’atleta pescarese Daniele Fontecchio, suo pupillo; preparatore atletico della Pescara Calcio in serie A e serie B soprattutto al fianco di Giovanni Galeone, preparatore atletico della Chieti calcio e del Lanciano Calcio ai tempi della serie C.
Inoltre, nel Palmares di Giovanni Cornacchia, atleta italiano campione nella disciplina dei 110 ostacoli, 3 Olimpiadi, nel 1960 a Roma, nel 1964 a Tokio, nel 1968 a Città del Messico, tre volte campione d’Italia nel 1960, 1962, 1964, medaglia d’argento ai Campionati Europei di Belgrado nel 1962, medaglia d’Argento alle Universiadi di Budapest nel 1965, medaglia d’Oro ai Giochi del Mediterraneo di Tunisi nel 1967. Per concludere, vorrei congedarmi con l’augurio che le Autorità pescaresi possano dare il giusto lustro e merito al Mister Giovanni Galeone intitolandogli a Pescara un luogo importante che lo possa legare per sempre alla nostra città.
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