Claudio Ferrante, presidente di Carrozzine determinate

PESCARA

Impiegata non abbassa mascherina davanti a non udente: nuova denuncia e la replica

L'associazione Carrozzine Determinate, racconta un altro episodio di discriminazione alle Poste dopo quello di luglio e chiede questa volta gli interventi del Ministero e dell'assessore comunale. La risposta dell'azienda: "Signora regolarmente servita"

PESCARA. L'associazione Carrozzine Determinate torna sulla vicenda dell'anziana non udente discriminata all'ufficio postale di Pescara. Dopo alcune settimane, secondo quanto denuncia l'Associazione, la vicenda si ripete malgrado l'intervento delle stesse Poste.

A luglio il primo episodio: Anna, 76 anni di Pescara, non udente, va alle Poste per ritirare la pensione di invalidità, cliente di quell’ufficio dal 1982, ma viene invitata ad andarsene con uno sgraditissimo gesto delle mani. L'impiegata, nonostante avesse barriere protettive di plexiglass, non ha voluto abbassarsi la mascherina per far comprendere quanto comunicato attraverso la lettura labiale in quanto l'anziana è non udente.

Il presidente dell'Associazione, Claudio Ferrante, scrive: "A seguito della nostra denuncia pubblica, Poste italiane chiede scusa per l’accaduto e veniamo convocati dal direttore dell’ufficio postale Vincenzo Napoleone e dal responsabile provinciale della gestione tecnica operativa Fabio Milano. Nella specifica riunione ci è stato comunicato che sono state avviate verifiche interne per accertare responsabilità ed eventuali provvedimenti. Eravamo stati tranquillizzati sulla risoluzione del caso per la signora Anna e per tutte le persone sorde ed in quella circostanza avevamo regalato mascherine trasparenti proprio per tutti i dipendenti".

"Tutto sembrava in via di risoluzione ed invece la signora Anna qualche giorno fa subisce un’altra gravissima discriminazione, un’altra impiegata non abbassa la mascherina per consentire la lettura labiale. Venerdì 12 agosto chiediamo ed incontriamo nuovamente ai dirigenti che, con educazione e sensibilità ci accolgono, ma nonostante il loro impegno ci hanno comunicato che non potevano garantire le pari opportunità alla signora sorda perché le impiegate rivendicavano il diritto alla sicurezza e che quindi in futuro non si sarebbero abbassate le mascherine e non avrebbero nemmeno indossato quelle trasparenti se pur per qualche secondo".

Ferrante quindi chiede un intervento diretto del ministero per le Politiche per la disabilità Erika Stefani "perché non è la prima volta che cittadini con disabilità subiscono tali discriminazioni". "Confidiamo anche nell’intervento diretto dell’assessore alle Pari opportunità e alle Politiche per la disabilità del Comune di Pescara Nicoletta Di Nisio che ha sempre dimostrato grande sensibilità ed empatia. Restituiamo al mittente le scuse rese pubbliche da Poste italiane perché sono demagogiche e di facciata e non hanno assolutamente risolto il problema. Ci aspettiamo che il direttore provinciale delle Poste Pio Violante intervenga e consenta di far rispettare diritti e dignità e di tutte le persone con disabilità nell’ottica di una loro effettiva integrazione nella società, così come previsto dalla Costituzione italiana e dalle convenzioni internazionali".

E sulla vicenda interviene in una nota anche Donato Fioriti della Consulta Regionale Utenti e Consumatori (Cruc): "Apprendiamo da un comunicato stampa di “Carrozzine determinate” la situazione kafkiana vissuta da una signora non udente di 76 anni, umiliata in un ufficio postale cittadino. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla signora ed all’associazione che la sostiene, proporremo l’argomento in discussione in CRUC Regione Abruzzo (Consulta Regionale Utenti e Consumatori), affinché casi simili non si ripetano, sensibilizzando istituzionalmente l’ azienda coinvolta”.

“Comprendiamo certamente - prosegue Fioriti - il diritto degli impiegati postali a non abbassare la mascherina per ragioni di sicurezza e lo condividiamo, ma in presenza di mascherine trasparenti, per di più donate dall’associazione “Carrozzine Determinate", il loro mancato uso ci lascia perplessi”. “Siamo certi- conclude Fioriti- che una grande azienda come Poste Italiane riesca a trovare la sensibilità giusta, al di là del rispetto normativo che deve essere assicurato anche sulla base della carta della qualità dei servizi pubblici postali, per far sì che quanto accaduto non si ripeta ancora. In questo senso facciamo appello all’esperto direttore provinciale Pio Violante, che convocheremo in Regione in occasione della prima seduta utile della CRUC”.

LA REPLICA DELLE POSTE. In una nota all'agenzia Ansa, Poste Italiane fa sapere che la signora Di Martino, "cliente abituale e conosciuta da tutto il personale dell'ufficio, è stata regolarmente servita e ha portato a termine tutte le sue operazioni presentate allo sportello". L'azienda, inoltre, precisa come in questi due ultimi anni e mezzo il personale, in ottemperanza alle disposizioni di sicurezza governative e alle indicazioni aziendali, "ha sempre indossato le mascherine e la signora Di Martino ha comunque svolto le sue operazioni relazionandosi in modo ottimale attraverso modalità di comunicazione alternative come i messaggi scritti e, nelle operazioni più complesse, con l'intervento del direttore dell'ufficio postale". "Nessuna discriminazione nei confronti della nostra cliente quindi ma grandi disponibilità e rispetto per tutti cittadini che frequentano gli uffici postali e per il personale che opera a stretto contatto con il pubblico al fine di garantire le operazioni a sportello contemperando la necessità di tutelare la sicurezza e la salute di chi frequenta le sedi di Poste Italiane e dei loro famigliari".