PESCARA

In fuga dalla guerra: la 50enne ucraina Lesya accolta e operata in città

L’ospedale che si stava occupando della donna è stato bombardato Ieri l’intervento effettuato dall’equipe del professor Marullo

PESCARA. Rischiava di perdere la vista a causa di una cataratta traumatica. Doveva sottoporsi a un intervento chirurgico all'occhio destro a Kherson, nell'Ucraina meridionale, ma l'ospedale è rimasto colpito dalle bombe russe, durante i primi mesi del conflitto bellico.

Lesya, profuga ucraina di 50 anni, madre di una ventenne, un lavoro nel settore dell'astrofisica, scappata in Italia per sfuggire alla guerra l'estate scorsa, è stata operata ieri mattina all'ospedale di Pescara, dall'équipe del professor Michele Marullo, direttore dell'unità operativa complessa di Oculistica. Sotto il suo coordinamento, visite e consultazioni pre e post operatorie sono state affidate a Marcello Minicucci, dirigente medico dell'ambulatorio di Oculistica che ieri ha partecipato alle varie fasi dell'intervento di “cataratta da trauma in miopia elevata”.

Subito dopo la sala operatoria, la paziente, che non parla italiano (le sue parole sono tradotte dall'amica interprete Natalya) ha ringraziato, col cuore gonfio di gratitudine, il personale medico e le città di Pescara e Montesilvano, che la ospitano. «Ha voluto ringraziare tutti i medici», spiegano dalla Asl, «e soprattutto gli infermieri e la caposala del reparto, Adriana Mazzocchetti, per l'accoglienza, la gentilezza e l'aiuto ricevuto a gestire la paura» di un’operazione così delicata in terra straniera.

«Sta bene, ma tra un mese dovrà affrontare un secondo intervento, questa volta all'occhio sinistro», spiega Minicucci, «in questi mesi l'abbiamo monitorata perché rischiava di aumentare la patologia e ridurre in maniera importante la vista». Attraverso un codice specifico di esenzione, denominato X22, valido in tutta Italia, la profuga ucraina ha potuto usufruire delle cure nell'ospedale pescarese. In una nota, la Asl spiega che l'Unità di Marullo ha «messo a disposizione della popolazione ucraina la competenza del reparto per tutte le prestazioni necessarie ad alleviare le sofferenze di questa sfortunata popolazione».

«Il reparto», prosegue la nota dell'azienda sanitaria, «ha accolto calorosamente la paziente e la sua accompagnatrice, con funzione di traduttrice che, con le sue parole, testimonierà l'efficienza, l'operatività e l'alto livello qualitativo raggiunto dal reparto di Oculistica» dell'ospedale pescarese. L'odissea di Lesya è iniziata a Kherson la scorsa estate, quando a causa di un incidente, ha subito un drastico calo della vista. Si è messa in coda per essere operata, ma quando è arrivato il momento, l'ospedale della sua città è stato bombardato. Prima dello scoppio della guerra lavorava in un poliambulatorio medico.

Poi la fuga in Italia con la figlia Anastasia e i tanti consulti medici affrontati a Pescara con la speranza di guarire completamente. Ieri l'intervento e da oggi la speranza di tornare a vedere.