IN MEMORIA DI UN POVERO FORNAIO

Sì, è arrivato il governo Renzi. Ma se dovessi dire qual è la notizia della settimana, non avrei dubbi: sceglierei la terribile vicenda del fornaio napoletano, Eduardo Di Falco, che si è tolto la vita perché non riusciva a pagare la multa subita perché la moglie lavorava in bottega senza essere assunta. Vi rendete conto? La famiglia è rimasta l’ultimo appiglio per milioni di italiani, che da soli non ce la fanno più a sbarcare il lunario: giovani adulti che si appoggiano ai genitori per mettere insieme il pranzo con la cena, negozianti che non possono più permettersi di pagare un dipendente e devono farsi aiutare da moglie e figli...

Ma se la burocrazia arriva anche lì a bastonare senza pietà, nell’ultimo rifugio rimasto, siamo veramente perduti. Una burocrazia ottusa, cattiva, che non se la prende con i veri mascalzoni, ma con i povericristi che si alzano alle 5 per mandare avanti la baracca, dopo non avere chiuso occhio la notte per il pensiero di non farcela. Una burocrazia che tarda a dare risposte su tutto, ma che è veloce e implacabile quando c’è da prendersela con un disgraziato. L’altro giorno ho visitato la sede di una Caritas abruzzese: gente che dà un pasto caldo e un letto a tanti disperati, ma che è costretta a difendersi dalle visite implacabili degli ispettori delle normative più astruse, spesso cretine.

Non è solo colpa dei burocrati: se stiamo affogando in un mare di carte bollate, è anche responsabilità di tutti noi, della litigiosità di un popolo che lavora più per ostacolare il successo altrui che per costruire il proprio. Un mare di cause e ricorsi, nel quale sguazzano avvocati irresponsabili. Qui in Abruzzo, tanto per fare l’ultimo esempio, un bando per aprire nuove farmacie è stato fermo un anno e mezzo. Ci pensi, Matteo Renzi, pensiamoci tutti. Così, si muore.

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