In regione ne sono già arrivati 487 

Ma dopo gli sbarchi a Ortona si procede via terra: sono attesi altri 80 profughi

ORTONA. E continuano gli arrivi in Abruzzo. Dopo l’ultimo sbarco nel porto di Ortona avvenuto mercoledì 23 agosto, altri 80 profughi giungeranno in regione nelle prossime ore via terra, su due mezzi, da Porto Empedocle in base a quanto disposto dalla prefettura di Agrigento d’intesa con il Viminale.
È un’emergenza senza precedenti che sta coinvolgendo tutte le regioni italiane. Dall’inizio dell’anno a oggi 487 migranti sono sbarcati nello scalo ortonese dopo essere stati soccorsi dalle navi di diverse organizzazioni umanitarie.
La notte del 24 febbraio, il primo attracco. Dalla nave Aita Mari della ong basca Salvamento maritimo humanitario sono scese 40 persone tra cui 18 minori e due neonati. Altri sbarchi sono stati eseguiti il 28 marzo con 161 migranti arrivati a bordo della Life Support di Emergency, il 2 giugno con 49 migranti tratti in salvo dalla Sea Eye e il 5 luglio con 197 migranti soccorsi dalla ong tedesca Humanity 1. In quel caso è stato disposto anche il fermo della nave per 20 giorni a causa della violazione del decreto Piantedosi sull’immigrazione. Mercoledì scorso il quinto sbarco. Quaranta le persone arrivate a Ortona. Tutti uomini adulti eccetto due minori non accompagnati. Persone, storie, vite. Sul volto la sofferenza e la stanchezza di un viaggio di giorni in mare aperto, sul corpo i segni delle torture impossibili da dimenticare. Le provenienze sono state le più disparate. Burkina Faso, Camerun, Gambia, Guinea, Costa d'Avorio, Liberia, Mali, Nigeria, Senegal e Sudan. L'ultima volta anche da Bangladesh, Egitto, Pakistan e Siria. Per quanto riguarda le destinazioni, in base ai numeri le distribuzioni sono sempre coordinate dalla prefettura dell’Aquila di concerto con le prefetture delle altre province e in generale i migranti sono stati ripartiti equamente tra le quattro provincie abruzzesi. I minori, invece, sono stati nella maggior parte dei casi, ospitati dal centro di accoglienza di Dogliola.
«Grazie Italia» è la frase che i migranti più riferiscono ai mediatori culturali al momento dell'arrivo. La macchina dell'accoglienza abruzzese ha operato finora senza particolari criticità. Anche quando, a causa del numero elevato di profughi, le attività sono state dislocate in strutture diverse tutto è andato per il meglio. Ma l'emergenza non si arresta. Con gli arrivi anche via terra la saturazione dei centri di accoglienza è vicina. L'attenzione deve rimanere alta. Servono soluzioni al più presto.
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