Inchiesta rifiuti a Pescara, processo per Di ZIo Venturoni e Di Stefano. Cade la corruzione

22 Maggio 2013

L'ex assessore regionale alla sanità, i due imprenditori dei rifiuti e Cardarella sono accusati, a vario titolo, di peculato, turbativa d'asta e abuso d'ufficio. Per Di Stefano solo il millantato credito

PESCARA. L'ex assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni e il deputato Fabrizio Di Stefano sono stati rinviati a giudizio nell'inchiesta dei rifiuti insieme agli imprenditori Rodolfo Valentino Di Zio, Ferdinando Di Zio e l'ex amministratore Vittorio Cardarella. Il giudice per l'udienza preliminare Luca De Ninis dopo 24 ore di camera di consiglio ha invece deciso di far cadere la corruzione per Venturoni, i due Di Zio e Di Stefano: i quattro sono stati prosciolti dal reato di corruzione. Nel caso dell'onorevole Di Stefano, pero', il reato di corruzione e' stato riformulato in traffico di influenze o millantato credito.

Venturoni, i due Di Zio e Cardarella devono rispondere, a vario titolo, di peculato, turbativa d'asta e abuso d'ufficio. Il processo inizierà il 23 ottobre. Alla fine dell'udienza Venturoni ha detto: "E' stata tolta la corruzione che sicuramente non mi appartiene. È' rimasto invece il problema della formazione della società. Il gup dice che andava fatta la gara, io non sono un tecnico pero' mi avevano assicurato che non era necessaria e quindi abbiamo agito in maniera legittima. Vedremo nel dibattimento".

«Non sono un corrotto! Questo ha sancito il Tribunale di Pescara». Lo afferma in una nota il deputato del Pdl, Fabrizio Di Stefano, subito dopo che il Tribunale ha comunicato il proscioglimento dall’accusa di corruzione. «Sono felice che dopo tre anni sia stata dimostrata la mia totale estraneità a un reato infamante come quello della corruzione», tiene a sottolineare Di Stefano. «Avevo sempre detto che riponevo fiducia nel giudizio della magistratura, così è stato. Ringrazio i miei avvocati Massimo Cirulli e Peppino Polidori che mi hanno non soltanto supportato dal punto di vista legale, ma soprattutto sul versante umano». «Ricomincio a fare politica, senza il fardello di questa infamia. Una brutta pagina si è chiusa, oggi ricomincio con più passione di prima», conclude Di Stefano.