Inciucio D'Alfonso-Piccone, Mascia bocciato anche dai suoi

5 Febbraio 2011

Di Stefano: «Non c’è scandalo nel confronto». L’ex leader del Pd: «Pensi a lavorare per la città»

PESCARA. La lettera scritta dal sindaco Luigi Albore Mascia a Silvio Berlusconi - il ricorso al presidente per chiedere di riportare chiarezza nel partito - ha sorpreso gli stessi politici appartenenti allo schieramento di Mascia: alcuni hanno contestato la forma epistolare, altri hanno richiamato il sindaco ad amministrare la città non enfatizzando un confronto tra esponenti di maggioranza e opposizione che «dovrebbe essere ordinario», come ha detto il presidente della Regione Chiodi.

Il 29 gennaio, a Celano, il coordinatore regionale del Pdl Filippo Piccone si è seduto accanto all’ex sindaco Luciano D’Alfonso: un episodio «troppo grave», per il sindaco Pdl di Pescara, «un’operazione politica rivoltante», «deludente e vergognosa» che ha spinto Mascia a inviare una missiva al presidente del consiglio minacciando, senza il suo intervento, di uscire dal Pdl insieme ai suoi assessori firmatari della lettera con l’incipit: «Carissimo presidente, siamo costretti a inviarle una lettera che mai avremmo pensato di scrivere».

Così, nella giornata che segue quella lettera, sono stati in tanti a voler commentare l’epistola del sindaco Mascia: l’invito a smorzare le polemiche e a contrastare l’eredità di D’Alfonso con risposte sul campo, l’appoggio di alcuni esponenti del Pdl ad andare avanti in quella richiesta di chiarezza, l’auspicio a non fare di un convegno un casus belli, il monito al dialogo con l’avversario.

Lo stesso invito arrivato al sindaco dal coordinatore regionale Piccone: «E’ una disposizione al dialogo, Mascia pensi ad amministrare la città». E il Pd? Nei corridoi del Comune di Pescara, ha riso un pochino: «Ecco, Le ultime lettere di Jacopo Ortis».