Inciucio, Mascia "Potrei uscire da Pdl". Chiodi: "Sorpreso dalla sua reazione"

4 Febbraio 2011

"Io sono il sindaco di Pescara eletto da oltre quarantamila cittadini che mi hanno dato fiducia, e chiesto di governare questa città. Resto al mio posto, ci mancherebbe, continuando a fare politica per il bene di Pescara"

PESCARA. "Davvero la presentazione di un libro ha scatenato una polemica così forte?". L'incredulità è tutta di Gianni Chiodi, presidente della Regione Abruzzo, che entra nel dibattito sull'inciucio che sarebbe in atto tra l'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso e il Pdl per gettare acqua sul fuoco.

LA LETTERA A BERLUSCONI Ieri l'attuale sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia aveva scritto a Berlusconi per denunciare il recente afflato tra alcuni esponenti Pdl e D'Alfonso. Mascia aveva minacciato di restituire la tessera del partito. Se da Roma sia giunta risposta non si sa, ma intanto oggi si registra la presa di posizione di Chiodi.

CHIODI "SORPRESO" "Sono sorpreso dalla reazione del Sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, a un evento che dovrebbe essere di ordinario confronto. Mi stupisce come possa essersi sviluppata una
tempesta del genere in un bicchiere d'acqua. L'auspicio", conclude il governatore ", è che il buon senso possa tornare a ispirare i comportamenti di tutti e che cessi ogni polemica che
possa distrarci ulteriormente tutti dall'obiettivo più importante e urgente: dare risposte ai cittadini".

PASTORE: "PICCONE INGENUO" Nel frattempo sulla vicenda si sono pronunciati anche altri due grossi calibri del Pdl regionale, il senatore del Pdl Andrea Pastore e  il vice coordinatore Pdl in Abruzzo, il senatore Fabrizio Di Stefano.

Per Pastore è "comprensibile l'irritazione del sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e degli assessori comunali eletti nel Pdl per l'equivoca vicenda in cui il coordinatore si è fatto ingenuamente trascinare in perfetta buona fede. I pescaresi del Pdl", dice Pastore, "hanno, con ragione, contrastato per anni l'ascesa politica di D'Alfonso che all'epoca appariva inarrestabile, con una continua presenza nelle istituzioni ed un'attività di controllo che hanno salvato Pescara da un vero e proprio scacco. Oggi l'amministrazione Mascia si trova, priva di risorse, a gestire una città spremuta dalle tasse, con una struttura comunale depauperata e mortificata attraverso privilegi accordati ad amici e 'clientes'. Non mi sembra però che da tutto ciò debbano trarsi conseguenze politiche di rilievo per il Pdl, soprattutto in un momento politico così delicato per l'intero Paese".

Di diverso avviso il vice coordinatore Pdl in Abruzzo, il senatore Fabrizio Di Stefano, secondo cui "si sta creando un caso sul nulla" e invita il sindaco di Pescara a rispondere "sul campo, attraverso l'operato del suo governo e superando nei risultati le precedenti amministrazioni, confermando così la bontà della scelta, che facemmo a suo tempo, di candidarlo alla guida del Comune di Pescara".

"Mentre c'è una sinistra", continua Di Stefano, "che caratterizza sempre di più la sua azione politica attraverso insulti e intimidazioni tese a delegittimare l'azione di governo del presidente Chiodi e dei nostri amministratori a tutti i livelli, se c'è qualcuno, nello stesso schieramento, che invece è disposto a confrontarsi con serenità, non vedo dove sia lo scandalo".

MASCIA: "NIENTE DIMISSIONI"
Mascia tra l'altro è tornato oggi a parlare della lettera invitata ieri a Berlusconi. L'occasione è stata l'inaugurazione della strada-ponte che collega Pescara a San Giovanni Teatino.

"Il problema", ha detto il primo cittadino, "non è D'Alfonso, ma quello che è accaduto. Una cosa che non è piaciuta ai cittadini di Pescara che mi hanno inviato questa mattina centinaia di sms per esprimermi solidarietà e chiedermi di andare avanti".

Mascia non esclude il clamoroso gesto (e gli assessori con lui) della riconsegna della tessera del Pdl, ma scarta eventuali dimissioni: "Dimissioni assolutamente no. Io sono il sindaco di Pescara eletto da oltre quarantamila cittadini che mi hanno dato fiducia, e chiesto di governare questa città. Resto al mio posto, ci mancherebbe, continuando a fare politica per il bene di Pescara".

"Io", ha detto ancora Mascia, "non ho nulla contro D'Alfonso che per altro è coinvolto indirettamente in questa questione. Anni addietro era sindaco di Pescara, ma ricordo anche che il suo impegno politico ha avuto anche risvolti giudiziari che la magistratura sta vagliando. Ora mi aspetto i soliti sproloqui degli orfanelli del Pd di Pescara, ma non ci sono problemi, perché io andrò avanti per la mia strada con la coscienza a posto".

In particolare, nella lettera inviata ieri e sottoscritta anche dagli assessori Marcello Antonelli, Guido Cerolini, Isabella Del Trecco, Masimo Filippello, Carla Panzino, Roberto Renzetti, Nicola Ricotta ed Eugenio Seccia - si faceva riferimento all'incontro in Provincia, a Pescara, tra l'ex sindaco del Pd Luciano D'Alfonso e autorevoli esponenti della coalizione di centrodestra, nonché alla partecipazione del senatore Filippo Piccone (Pdl) alla presentazione del libro di D'Alfonso a Celano (L'Aquila).