La maturità di D’Alfonso: “Che ansia, ho studiato come un folle”

18 Giugno 2025

Al Centro i ricordi del deputato sulla sua preparazione agli esami per il diploma di scuola superiore. E Sospiri racconta: «Ero molto ansioso, zoppicavo terribilmente nelle materie scientifiche»

PESCARA. Era il 1983. Un giovane Luciano D'Alfonso girava e rigirava per la sua cameretta, camminando da una parte all’altra e ripeteva ad alta voce gli argomenti: s’interrogava con le domande che il giorno dopo gli avrebbero potuto fare i professori alla Maturità. «Vorrei fare l’ambasciatore», così rispose ai prof quel ragazzo di 18 anni, oggi deputato del Pd che negli anni ha ricoperto ruoli di spessore: Luciano D’Alfonso è stato ex presidente della Regione Abruzzo, della Provincia di Pescara e sindaco di Pescara. E oggi è il politico più laureato d’Abruzzo con ben quattro lauree e anche un dottorato di ricerca.

Dove si è diplomato?

«Al liceo scientifico in via Balilla, a Pescara».

E con quanto è uscito?

«52 su 60»

Ricorda quei giorni?

«Avevo l’ansia, ma studiai tanto, tanto, tanto. Io ero affascinato da filosofia e da italiano. Avevo una professoressa, di cui mi sono anche innamorato, si chiamava Naide Fracassi. La mia professoressa di italiano era Franca Pozzi Pagnanelli».

Si ricorda la sera prima dell’esame?

«Camminavo e parlavo ad alta voce, come un folle. Leggevo, sottolineavo e ripetevo ad alta voce. Mi facevo le domande, mi accusavo con le domande e mi difendevo con le risposte. Le ultime 24 ore prima dell’esame le usavo per ripetere il mondo intero, bombardandomi di domande. Mi facevo le domande trasversali, verticali, per cercare di capire se ero convincente. E la vittima era mia madre: mi ascoltava e naturalmente giudicava soltanto dalla continuità comunicativa, perché non aveva gli strumenti per valutare».

Che tema scelse alla prima prova?

«Un tema di attualità. Spiegai lo sviluppo economico che cancellava i posti di lavoro».

E se oggi dovesse scegliere un argomento da portare a piacere, quale sceglierebbe?

«Mi farebbe molto piacere, per esempio, affrontare la materia della Seconda guerra mondiale dei trattati».

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La passione per la politica l’ha avuta fin dai banchi di scuola. Il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri di Forza Italia è stato infatti anche rappresentante d’istituto nel Fronte della gioventù, da lì una lunga carriera mai interrotta. E i suoi professori del liceo classico d’Annunzio lo avevano già intuito che quel ragazzo avrebbe fatto strada: era il 1993 e Sospiri aveva già le idee chiare sul suo futuro. Una laurea in Giurisprudenza, all’università di Teramo, e una lunga carriera.

Presidente, ricorda i giorni prima del suo esame di maturità?

«Ero molto ansioso, e poi ero un tipo che ci teneva. Ma zoppicavo terribilmente nelle materie scientifiche».

Davvero?

«Sì, se non ricordo male al terzo anno sono stato rimandato in chimica».

Con che voto si è diplomato?

«48 su 60».

Ricorda il tema scelto alla prima prova?

«Penso che scelsi cultura generale, ma devo andare a rivedere. La seconda prova feci latino e andai molto bene. E poi, a quei tempi, andavi ad una interrogazione con il commissario esterno portando tutte le materie. Se non vado errato».

La sera prima dell’esame di maturità cosa fece?

«La sera prima dell'esame credo di aver provato a capire come gli altri preparavano la “cartuccera”. Che poi non ho portato».

Le copiette!

«Sì, ma non le ho mai usate. Non sono mai stato un coraggioso. Ero onesto e molto attento, invece, ai dizionari. Perché i dizionari di latino e greco, quando c’erano delle versioni particolarmente importanti, aiutavano con le tracce».

Se oggi dovesse scegliere un argomento da portare a piacere, quale sceglierebbe?

«Storia o filosofia o letteratura italiana. O forse avrei fatto scegliere a loro».

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