Enrico Faiani (a sinistra) e Francesco Carta (in primo piano a destra) insieme ad altri scalatori in una precedente uscita

Isola, due amici precipitano dal Gran Sasso e muoiono

Il veterinario Carta e l’alpinista Faiani muoiono dopo un volo di 400 metri dal monte Brancastello

ISOLA DEL GRAN SASSO. Erano quasi arrivati sulla cima del Brancastello. Erano partiti all’alba da San Pietro di Isola per fare un’ascesa alpinistica non particolarmente difficile per cinque esperti di montagna. Ma su quella cima, a 2.385 metri, non ci sono mai arrivati. Due dei cinque alpinisti hanno trovato infatti la morte nel Vallone di San Pietro, dopo essere rotolati giù a valle per più di 400 metri. Sono Enrico Faiani, 61 anni di Castelli e Francesco Carta di 45, originario di Cermignano ma residente a Bisenti. Da una prima ricostruzione il gruppo aveva attaccato, attrezzato con ramponi e piccozze, la prima parte del Vallone che ha una pendenza ridotta, e poi aveva scelto per salire in vetta una serie di canali più erti, con pendenze anche del 50%. Perde l’appiglio. Ma quasi alla fine del percorso sul versante teramano, quello più selvaggio, del Brancastello, uno dei due ha perso l’appiglio, probabilmente il rampone non ha fatto bene presa sul ghiaccio. Fatto sta che è precipitato e nella caduta ha travolto il compagno. Per entrambi è iniziata una folle corsa verso valle sul fondo ghiacciato. Hanno fatto anche un paio di salti su altrettante rocce per poi fermarsi quando la pendenza è diminuita, a un centinaio di metri l’uno dall’altro.

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Impossibile sopravvivere. Nessuno sarebbe potuto sopravvivere. I compagni di ascesa - non era stata fatta una cordata, quindi non c’era nessuno legato a un compagno - hanno assistito inermi alla scena agghiacciante e hanno immediatamente chiamato i soccorsi. La chiamata è arrivata al 118 alle 9,34 di ieri mattina. Gli operatori del soccorso sanitario si sono immediatamente messi in contatto con l’elisoccorso dell’Aquila e con il Soccorso alpino. L’elicottero si è alzato subito in volo, ha preso a bordo la squadra del Cnsas di Teramo e si è recato sul posto dell’incidente, a circa 1.900 metri di quota.
I tecnici del soccorso della squadra di Teramo sono stati verricellati sulla parete e hanno recuperato la prima salma, quella di Francesco Carta, che è stato portato all’obitorio dell’ospedale di Teramo poco dopo le 11. Poi l’elicottero è tornato sul posto e il triste viaggio si è ripetuto anche per Enrico Faiani.
I tre compagni alpinisti, tutti sotto shock ma illesi - Vincenzo Di Simone di Castelli, Tiziano Di Ludovico di Bisenti e Vincenzo Mingione di Appignano di Castiglione - sono tornati invece a piedi a valle, anche per cercare di riprendersi dalla fortissima emozione.
Sull’incidente in montagna il sostituto procuratore di turno, Enrica Medori, ha aperto un’inchiesta e in queste ore deciderà se disporre un’autopsia sulle salme.
Chi erano. Entrambe le vittime erano molto conosciute. Enrico Faiani, 61 anni, sposato con Emiliana, fabbro in pensione, ha per anni gestito un'attività che oggi portano avanti i suoi figli Andrea e Alessandro che è anche assessore del Comune di Castelli. In passato aveva fatto parte del Soccorso alpino: aveva fatto parte, ad esempio della squadra intervenuta quando un caccia cadde sul monte Camicia, tanti anni fa. Profondo conoscitore della montagna, era molto amico di Francesco Carta con cui spesso faceva escursioni domenicali.
Francesco Carta era invece nato 45 anni fa a Cermignano. Laureato in veterinaria, era spostato da poco meno di 10 anni con Doriana Amati di Bisenti. Carta aveva lavorato a lungo nei grandi allevamenti della Francia del Nord, poi era tornato in Abruzzo ma recentemente aveva ripreso a lavorare in Francia, facendo la spola con Bisenti, dove viveva con la moglie. Nonostante gli impegni professionali all’estero era molto conosciuto in Val Fino. Anche lui aveva una approfondita conoscenza della montagna, era iscritto al Cai di Arsita da 15 anni.
(hanno collaborato
Adele Di Feliciantonio
ed Evelina Frisa)
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