PESCARA

L’aereo non c’è: sei ore di attesa per 150 

Il volo per Catania delle 9 è partito alle 15. E scoppia la rabbia dei passeggeri: all’aeroporto arrivano polizia e finanza

PESCARA. Pensavano di partire dall’aeroporto di Pescara per Catania alle 9,05 e invece l’aereo è decollato solo alle 15,15. Come inizio di vacanza è stato un disastro per gli oltre 150 passeggeri che ieri hanno vissuto la disavventura del maxi ritardo del volo, di ben 6 ore, dopo diverse ore trascorse in sala di attesa, senza ricevere informazioni dettagliate. Alcuni hanno perso le staffe, facendo intervenire polizia e guardia di finanza, perché non riuscivano ad avere notizie precise.

«Abbiamo riscontrato mancanza di informazione e trasparenza da parte della Saga, la società che gestisce lo scalo», dice uno dei passeggeri. Ieri mattina «avevamo già fatto tutti il check in e raggiunto la pista quando ci hanno fatto rientrare, annunciando che si attendeva un tecnico. Subito dopo ho ricevuto un messaggio, che comunicava lo spostamento del volo alle 13,30. Nessuno, però, ci ha spiegato i motivi. E il tecnico è arrivato solo alle 14 per cui siamo partiti alle 15. In aereo, ma solo in aereo, abbiamo saputo che il tecnico è dovuto arrivare da Napoli e che il suo intervento è stato necessario perché l’aereo aveva preso un uccello, in fase di atterraggio, per cui prima di ripartire serviva un controllo. Parlare con qualcuno della compagnia aerea Volotea in aeroporto è impossibile perché non c’è personale, lo sappiamo. Ma della Saga non si è presentato nessuno, neppure il capo scalo» per cui «si brancolava nel buio e c’erano persone con i bambini piccoli». L’unica cosa ottenuta è stato il voucher per il pranzo.

Dalla Saga il presidente Vittorio Catone comprende il disagio: «Ci sono delle procedure da rispettare per mettere in sicurezza l’aeromobile e i passeggeri, e se un tecnico deve arrivare da fuori si perde tempo. Credo che non si potesse fare diversamente». Sulle lamentele per la comunicazione, Catone replica: «Si può migliorare. E capisco che un ritardo di 6 ore il 12 agosto dia fastidio». (f.bu.)