PESCARA

L'affare piscine, ecco i manager e i politici alla guida delle Naiadi 

Quote e incarichi, chi c’è nella società Progetto Sport: nel cda spunta anche l’assessore di Montesilvano Valter Cozzi

PESCARA. L’affare Le Naiadi tra presente con manager e politici al comando, passato e futuro. E il passato recente che torna a galla per un’inchiesta. Che parla di una «pluralità» di società e associazioni sportive «riconducibili tutte a un’unica gestione e direzione» per «dissipare» gli incassi delle piscine e «usufruire di incentivi e vantaggi fiscali». C’è anche il presunto reato di truffa, oltre alla contestata bancarotta da 800 mila euro circa, tra le accuse che pendono su Luciano Di Renzo, ex gestore delle piscine di Pescara e di Francavilla e ancora adesso tra i soci della Progetto Sport con il 28% delle quote.  Proprio la Progetto Sport, srl che ha ottenuto dalla Regione la gestione delle Naiadi nel 2008 e la terrà fino al 2018, è la società finita al centro di un caso giudiziario con 4 imputati: il procedimento, che si riferisce a presunti reati commessi tra il 2009 e il 2015, è iniziato nel 2013 in un periodo in cui la Progetto Sport ha rischiato di fallire (su richiesta della procura): attualmente, il procedimento è in fase di udienza preliminare e il 5 dicembre prossimo arriverà la decisione sui rinvii a giudizio o sui proscioglimenti.

leggi anche: «Naiadi, bancarotta da 800 mila euro»  La procura accusa l'ex gestore Di Renzo: così è stata svuotata la Progetto Sport. «Distrazioni di risorse, pluralità di società e un bar per dissipare gli utili delle piscine»

Dall’inchiesta ai cambi societari: nel 2016, la Progetto Sport è stata ammessa al concordato preventivo e, all’inizio del 2017, ha ampliato i suoi soci: oltre al fondatore Di Renzo, adesso ne fanno parte anche Daniele D’Orazio, imprenditore del settore fitness di Montesilvano, e Paolo Colaneri, funzionario di Pescara, entrambi con il 35% delle quote, poi c’è un altro socio con una quota marginale del 2%. Il presidente del cda e amministratore della società è diventato Vincenzo Serraiocco, commercialista ed ex assessore a Pescara con la giunta Albore Mascia per un breve lasso di tempo tra il 2011 e il 2012. Nel cda, poi, ci sono altri due personaggi di spicco: il manager Lamberto Calore, lo stesso che ha guidato Le Naiadi verso il concordato da 2,5 milioni, e il politico Valter Cozzi, attuale assessore ai Lavori pubblici di Montesilvano.
L’11 settembre scorso, Le Naiadi sono state al centro di un incontro in Regione per discutere dei problemi dell’acqua fredda che rende impossibile l’uso delle piscine e della lite che oppone le società sportive che protestano per gli spazi acqua: a questa riunione, convocata dal governatore Pd Luciano D’Alfonso, ha partecipato anche Cozzi in virtù del suo ruolo di amministratore delle piscine. Cozzi è stato nominato il 28 febbraio scorso.
La (vecchia) Progetto Sport è la società ricorrente nelle carte della pm Silvia Santoro e del Nucleo di polizia tributaria della finanza, guidato dal tenente colonnello Michele Iadarola. Ma non è l’unica, perché negli atti si parla anche di altre passate società di Di Renzo che avrebbero partecipato, a vario titolo, alla gestione delle Naiadi: Di Renzo, scrivono gli inquirenti, avrebbe «artatamente precostituito nel tempo una pluralità di soggetti giuridici (Simply Life srl, Progetto Sport, Asd Simply Sport e Asd Progetto Acqua Pescara), formalmente titolari di distinte funzioni all’interno delle Naiadi, ma di fatto riconducibili tutti ad un’unica gestione e direzione, in tal modo precostituendosi requisiti per usufruire di incentivi e vantaggi fiscali». Secondo l’accusa, Di Renzo avrebbe «usufruito illegittimamente delle agevolazioni contributive previste per le assunzioni di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità». Lavoratori che, secondo l’accusa, sarebbero stato in mobilità «fittiziamente».
Nelle carte poi si parla del ruolo della Simply Sport, società di pallanuoto fondata e presieduta da Di Renzo: all’ex manager delle piscine è contestato il reato di bancarotta in quanto, secondo l’accusa, avrebbe «dissipato» l’attivo della Progetto Sport «concedendo in uso spazi d’acqua alla Simply Sport senza pagamento di alcun corrispettivo alla Progetto Sport che, inoltre, si caricava persino delle spese connesse alle utenze di luce, acqua e gas».
Altra società citata nelle carte è la Progetto Acqua presieduta da Raffaele Di Renzo, fratello di Luciano. Secondo l’accusa, «la Progetto Acqua avrebbe fruito delle Naiadi senza il pagamento di alcun corrispettivo sostanziale. Inoltre, risulterebbe che, oltre a non pagare nulla, la asd dovesse essere persino sostenuta finanziariamente con sponsorizzazioni dalla Progetto Sport».
©RIPRODUZIONE RISERVATA