La palazzina evacuata a Coppito 2 (foto Raniero Pizzi)

L'Aquila, lavori fatti male: Progetto Case a pezzi

Dopo i pilastri marci del fabbricato di Coppito 2 (poi sgomberato) si va verso l'apertura di un'inchiesta: l'ipotesi di reato è difetto costruttivo

L’AQUILA. Siamo alle solite: sperperi di denaro pubblico come conseguenza di una cattiva gestione delle opere realizzate nel post terremoto. Ed ecco che il Progetto Case, da molti identificato come la panacea per la soluzione di molti problemi abitativi del post sisma, è diventato un pozzo senza fondo e causa di guai per la gente che paga per negligenze e sciatterie di altri. Quello che è successo mercoledì scorso al Piano Case di Coppito 2 ne è l’emblema come pure il crollo del balcone tre anni fa a Cese di Preturo dove la tragedia fu evitata per caso.

leggi anche: Ricostruzione, un altro modello era possibile Prima gli isolatori sismici mal funzionanti e mal realizzati. Poi le infiltrazioni d’acqua, i materiali fatiscenti e il crollo dei balconi. Infine, anche se la lista dei dissesti non promette di...

L’INCHIESTA. La cattiva esecuzione dei lavori potrebbe essere il tema intorno al quale ruoterà l’inchiesta della Procura dell’Aquila sui pilastri marci del fabbricato di Coppito 2 che ha imposto l’evacuazione di settanta persone dal complesso di via Piacentino. Il Nucleo investigativo di polizia ambientale, infatti, ha eseguito un primo sopralluogo per verificare cosa sia successo e riferire all’autorità giudiziaria. Valutazioni che richiedono un certo tempo e per le quali sarà necessaria la nomina di un perito. L’ipotesi, per ora, è quella del difetto costruttivo: la mancanza di una guaina ha causato infiltrazioni d’acqua che nel corso degli anni hanno fatto marcire i pilastri in legno. Di lì il rischio di cedimento del palazzo. Sulla vicenda è stata presentata una denuncia in Procura dall’avvocato Roberto Tinari, secondo la quale è opportuno verificare se sia mancata la manutenzione al di là di vizi costruttivi.

leggi anche: «Non è escluso che vadano abbattute»  L’assessore Pelini: le abitazioni danneggiate saranno riparate solo se la spesa non è eccessiva

DITTA NEL MIRINO. Il complesso è stato realizzato nel post sisma dalla Cosbau, ex colosso dell’edilizia, ditta trentina specializzata nella realizzazione di abitazioni in legno e poi messa in liquidazione. La Cosbau, insieme ad altre aziende, ha realizzato tra Cese di Preturo, Coppito, Sassa, Sant’Antonio e Paganica una dozzina di condomìni antisismici di tre piani per circa 288 appartamenti e un totale 25 milioni di euro. La ditta finì nel mirino della ’ndrangheta che puntava ad appropriarsene. La scalata, però, non andò in porto grazie a un’inchiesta delle Direzioni investigative antimafia di Milano e Reggio Calabria. I guai economici della Cosbau furono causati anche da ritardi nei pagamenti per i lavori fatti in Abruzzo.
La Protezione civile, comunque, spiegò che i ritardi nelle erogazioni dei fondi furono imputabili alla mancata trasmissione di atti che dovevano essere inviati dalla stessa azienda trentina relativa ai pagamenti corrisposti ai subappaltatori.
PROGETTO CASE. Il Progetto Case fu voluto da tutte le istituzioni: Comune, Regione, Protezione Civile e, ovviamente dall’allora governo guidato da Silvio Berlusconi, per evitare che le decine di migliaia di sfollati aquilani fossero costretti a trasferirsi.
Le scosse di terremoto, del resto, si protrassero per oltre un anno e nessuno voleva tornare nelle poche abitazioni in muratura rimaste intatte. Guido Bertolaso, all’epoca capo della Protezione civile, dichiarò che la città non sarebbe stata interamente ricostruita prima di una quindicina di anni. Di lì la necessità di case provvisorie per evitare di far morire la città.

leggi anche: Balconi crollati e isolatori sismici non omologati L’AQUILA. Sulla prevenzione dei terremoti non si può scherzare ma i processi che sono stati aperti sulle modalità costruttive dei vari edifici antisismici vanno a passo di lumaca ed evaporeranno...

NUMERI. Sono stati realizzati in tutto 185 edifici di varia grandezza in 19 aree dell’Aquila, articolate su 185 piastre per un totale di 4.449 alloggi in grado di ospitare almeno 15mila persone. Gli isolatori sismici adoperati per l’intero progetto sono stati 7.368. La superficie occupata dai manufatti provvisori è stata di oltre 220mila metri quadrati a prescindere dalle opere di urbanizzazione sorte su un milione e mezzo di metri quadrati. Sono state 16, inoltre, le imprese vincitrici degli appalti, secondo i dati forniti dalla Protezione civile, due delle quali abruzzesi. Quaranta gli edifici tirati su, in questo contesto, da ditte della nostra regione. Sono stati realizzati anche 22 chilometri di nuove strade, 13 di acquedotti e cinquanta chilometri di condotti fognari. Costruite trenta aree da gioco e aree verdi con undicimila alberi piantati e otto campi sportivi polivalenti.
I COSTI. Le opere hanno avuto un costo complessivo che supera di poco il miliardo di euro. Infatti, 814 milioni sono stati spesi per il Progetto Case, ovvero i complessi residenziali. Per i Moduli abitativi provvisori sono stati spesi 240 milioni e per quelli per le scuole, oppure uso ufficio, la somma è stata di 83 milioni. Settecentomila euro è stata la somma impiegata per i Moduli ecclesiastici provvisori. Oltre a costi minori per il superamento di barriere architettoniche.
©RIPRODUZIONE RISERVATA