La Asl sospende le assunzioni, ma richiama i pensionati a 7.500 euro per 20 ore di lavoro settimanali

Le spese della sanità in Abruzzo. L’azienda pescarese chiama dieci candidati, ma poi blocca tutto: il giudice ordina tre ingressi al lavoro. Ma intanto per un incarico speciale ritorna in ufficio un ex dirigente: maxi stipendio per 20 ore
PESCARA. Secondo le carte giudiziarie e gli atti amministrativi, esistono due versioni della Asl di Pescara: la prima è senza soldi e non può assumere dipendenti su ordine della Regione Abruzzo perché l’imperativo è risparmiare a causa del deficit sanitario – che per il 2025 si aggira intorno a 100 milioni di euro – e la «razionalizzazione della spesa del personale amministrativo, inclusa quella destinata al rinnovo dei contratti di somministrazione», non è affatto negoziabile; la seconda versione della Asl, invece, può spendere e concedersi il lusso di richiamare dalla pensione un ex dirigente apicale offrendo un compenso di 7.313,52 euro «per sole 20 ore di lavoro settimanali e per appena 10 giorni di lavoro» per un incarico speciale di controllare «l’appropriatezza prescrittiva delle prestazioni diagnostiche». Il caso della Asl povera e ricca finirà al centro della commissione Vigilanza: «In questi mesi, alla Asl di Pescara è accaduto di tutto», dice il consigliere regionale Pd Antonio Blasioli che ha richiesto una riunione alla commissione Vigilanza, «ed è accaduto soprattutto che a rimetterci siano gli abruzzesi, quelli che pagano le tasse più alte e alzate dal centrodestra a causa del disavanzo delle Asl; peccato che in questo disavanzo finiscano anche i fondi sperperati per scelte sbagliate».
UN GIUDICE A PESCARA Il caso è intrecciato: partiamo da tre ordinanze del tribunale di Pescara che impongono alla Asl di assumere altrettante persone, le stesse che, insieme ad altre sette, per un totale di dieci, la Asl si era affrettata a chiamare per un’assunzione tanto attesa: una decisione formalizzata attraverso due delibere del 10 aprile, la 522 per i funzionari giuridici e la 523 per i funzionari economici. Il personale è così necessario che, in pochi giorni, la Asl ordina di svolgere le visite mediche. Ma quell’assunzione – secondo il giudice Andrea Pulini non una promessa ma una scelta decisa e fondata su un atto amministrativo dalla forza vincolante – non arriva a causa di uno scontro aperto con la Regione: «Gli idonei che avevano ricevuto la convocazione ed effettuato le visite mediche hanno ricevuto una semplice telefonata dalla Asl», ricostruisce Blasioli, «in cui sono stati avvisati che non avrebbero preso servizio per carenza di fondi: una giustificazione naturalmente inconciliabile con le delibere assunte dalla Asl che mai avrebbe potuto provvedere senza copertura economica».
LA BEFFA E IL RICORSO Uno dei candidati beffati fa ricorso e il giudice gli riconosce il «diritto soggettivo all’assunzione», vista la lettera di convocazione della Asl di Pescara. La Asl si attiene e assume il dipendente che ora è già in servizio. «Il tribunale di Pescara, nelle motivazioni, ha detto chiaramente che l’articolo 4 della legge regionale 9/2025, quella su Misure organizzative e di contenimento della spesa sanitaria, “prevede soltanto che la giunta regionale tiene conto delle seguenti linee di intervento prioritarie: a) razionalizzazione della spesa del personale amministrativo delle aziende sanitarie locali” e la guerra tra Asl e Regione», sottolinea il consigliere Dem, «ha creato solo un danno ai cittadini abruzzesi che devono pagare anche le spese legali per gli errori compiuti da chi ha sbagliato e ha gestito la cosa pubblica come se fosse casa propria: cioè da una parte il centrodestra in consiglio regionale e dall’altra il manager della Asl di Pescara che ha tentato di evitare il divieto procedendo in fretta e furia per poi arrestarsi senza un valido motivo».
TRE ORDINANZE Il caso, qui, si intreccia ancora di più e le ordinanze contro la Asl salgono a tre: «C’è una puntata nuova che fa capire come si gestiscono le cose in un ente pubblico», protesta Blasioli, «dopo la prima ordinanza del tribunale di Pescara, la Regione Abruzzo, con delibera di giunta regionale 723 del 30 ottobre 2025, ha approvato i Piani di fabbisogno del personale 2025-2027 delle quattro Asl e quello della Asl di Pescara prevede proprio le figure prima chiamate, sottoposte a visita e poi sospese. A questo punto», dice Blasioli, «ci si sarebbe aspettato che la Asl, condannata già una volta, con l’approvazione del Piano del fabbisogno con le figure previste, si sarebbe affrettata ad assumere ma così non è stato e sono arrivati altri due ricorsi che sono stati discussi la settimana scorsa. In entrambi i casi, sono arrivate due ordinanze di un giudice diverso da quello che aveva esaminato il primo ricorso: in questo caso, a giudicare è la dottoressa Valeria Battista che ha riconosciuto i presupposti dell’urgenza a sostegno dei ricorsi ex articolo 700 e ha condannato la Asl ad assumere immediatamente a tempo indeterminato i ricorrenti oltre alle spese per circa 6.000 euro complessivi, due ricorsi in cui la stessa Asl ha deciso di non costituirsi, a differenza del primo».
COMMISSIONE VIGILANZA E il cerchio si chiude: «È accaduto di tutto», continua Blasioli, «anche che alcuni candidati firmassero il contratto ed altri no, atti sempre negati al sottoscritto», sottolinea il consigliere, «è accaduto che alcuni candidati venissero assunti e altri no. È accaduto che, mentre sotto la bandiera del risparmio dei giovani vincitori di concorso fossero costretti ad adire la giustizia per ottenere un diritto, si richiamassero dalla pensione medici ultrasettantenni con compenso di 7.500 euro per sole 20 ore di lavoro settimanali e per soli 10 giorni di lavoro». Tre assunti su spinta del tribunale e altri sette in attesa: «Inutile fare pronostici per gli altri sette candidati che ancora attendono il loro destino», conclude Blasioli, «ma certamente lo scopriranno in una delle prossime commissioni di Vigilanza che ho richiesto al presidente Sandro Mariani».

