La banda dello spaccio su Telegram, ecco come agivano i rider di Abruzzo Plug

14 Settembre 2025

Scattano due arresti, nei guai anche i minori: in sella alle bici, venivano usati come spedizionieri

PESCARA. Si allarga ancora il giro di rider della droga online che vendevano e spacciavano in diverse città d’Abruzzo, da Pescara a Montesilvano, passando per Teramo, Chieti, Giulianova o Ortona. Ieri all’alba, sono stati i carabinieri della Compagnia di Montesilvano, diretta dal capitano Roberto Lunardo, a dare esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei presunti spacciatori. Tra gli arresti anche due minori, entrambi 16enni, che fungevano da spedizionieri. A loro il compito delle consegne ai clienti, raggiungendoli in bar, centri commerciali e abitazioni.

Su richiesta del pm Gennaro Varone e su disposizione del gip Giovanni De Rensis, ieri sono scattati gli arresti per Giuseppe Maglia, 29enne di Foggia e residente a Montesilvano, e per il tunisino Saber Ezzar, 25 anni. Nei guai è finito anche suo fratello, 19 anni, per cui è scattato l’obbligo di dimora, con presentazione agli uffici di polizia giudiziaria. L’operazione di ieri mattina segna un altro tassello importante dell’attività investigativa partita a ottobre del 2024 quando i carabinieri hanno scoperto un box in via Lago di Bracciano, di proprietà del 29enne, già in carcere, all’interno del quale erano custoditi 700 grammi di stupefacente.

Due giorni dopo, l’individuazione di un secondo garage, questa volta a Pescara, con 1,8 chilogrammi di droga. Dopo l’arresto del 29enne, le indagini sul suo telefono avevano consentito di scoprire che l’uomo, insieme a un tale Fox non ancora identificato, gestiva il canale Telegram “Abruzzo Plug”, canale social usato per vendere droga, e dal quale partivano i giovani spedizionieri della droga. Coinvolti nella vicenda anche due minorenni di Montesilvano, entrambi di 16 anni, e indagati per spaccio: per loro il processo parte giovedì.

Dopo gli arresti dei minorenni di luglio scorso, ieri mattina è toccato ai maggiorenni della banda dei rider. Ed è per questo che l’attività dell’Arma prende il nome di “Operazione rider” poiché il commercio della droga avveniva proprio tramite minori che, in sella a bici elettriche a noleggio, consegnavano gli acquisti, raggiungendo più facilmente le piazze di spaccio. Secondo l’accusa, il 29enne, avvalendosi di stretti collaboratori, commerciava diverse droghe, tra marijuana, hashish e cocaina, per un quantitativo di circa 22,4 chilogrammi e un guadagno di oltre 50mila euro in due mesi.

Il tutto messo bene in mostra su “Abruzzo Plug”, un canale che fungeva da vero e proprio negozio online con tanto di prezzi, foto, futuri arrivi, costi e modalità di spedizione della droga. Droghe che venivano vendute e suddivise in base alla qualità, messa in evidenza dalle figurine attaccate sulla confezione. E ce ne erano delle più disparate, da quelle con la carta “cioccolata Wonka” o “Kit Kat”, alle carte di Risiko e dei Pokémon, fino ai Golden Ticket per indicare una qualità eccellente di hashish.

Dopo l’arresto del 29enne, lo scorso ottobre, il commercio della droga non si è fermato e a portare avanti le vendite sono stati i due fratelli tunisini, aiutandosi con i rider, tutti minori, mandati da una parte all’altra della città per smistare le vendite e incassare i soldi «solo in contanti». La banda della droga online, hanno ricostruito i carabinieri del nucleo operativo, svolgeva una serrata attività di spaccio, fatta di regole precise: ad esempio in caso di sequestro della droga, i minori avrebbero dovuto consegnare a loro gli atti delle forze dell’ordine o, in caso di maltempo, i maggiorenni avrebbero accompagnato i più piccoli in auto per spacciare. In caso di controlli, i minori avrebbero dovuto dire di essere degli autostoppisti.

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