La Cantina Terzini alla conquista di Londra
TOCCO DA CASAURIA. Prosegue senza mancare un colpo l’ascesa di Cantina Terzini ai mercati europei. L’azienda toccolana si è aggiudicata due medaglie d’argento con Montepulciano e Pecorino d’Abruzzo...
TOCCO DA CASAURIA. Prosegue senza mancare un colpo l’ascesa di Cantina Terzini ai mercati europei. L’azienda toccolana si è aggiudicata due medaglie d’argento con Montepulciano e Pecorino d’Abruzzo all’International Wine Challenge 2014 di Londra.
Dopo le recenti medaglie d’oro al Montepulciano doc e riserva al concorso mondiale dei migliori vini a Lione, è l’ennesima conferma dell’alto gradimento da parte del palato mitteleuropeo del frutto degli storici vigneti di famiglia calati nel paesaggio incontaminato della Maiella e del Morrone. «Abbiamo capito come si fa e quale deve essere l’equilibrio del nostro Montepulciano per il gusto straniero», dichiara raggiante Domenico Terzini, che col padre Aldo e il fratello Roberto conduce il vigneto di famiglia, come un giardino, in ordine e pulito. «La sorpresa che ci rende felicissimi», aggiunge Domenico, «è la medaglia al Pecorino, un riconoscimento che ci mancava per i vini bianchi».
Per il cerasuolo infatti la conferma quest’anno si è avuta al Vinitaly di Verona con la Gran menzione. Di conferma dell’alta vocazione vitivinicola di questa parte di territorio e di tutta la regione parla anche il tecnico enologo Vittorio Festa, che guida la cantina fin dagli esordi. «Il vino abruzzese è un’eccellenza e questo oggi è assodato», dichiara, «ora si tratta di venderlo portandolo fuori dai confini nazionali e attraendo consumatori stranieri sul posto. Due passaggi importantissimi in questo momento di crisi generale, che richiedono grande attenzione, investimenti e preparazione da parte delle singole aziende. Occorre saper comunicare l’intero territorio con tutte le sue eccellenze ed essere convincenti. In questa operazione di marketing territoriale», prosegue, «il vino è trainante. Costa, montagna, natura, artigianato tradizionale e agroalimentare sono i tesori di cui disponiamo e dobbiamo saper giocare puntando al turismo d’élite. Il mercato estero non si improvvisa, bisogna conoscerne la lingua e le regole, ed essere sempre pronti a partire».
Jolanda Ferrara
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