La crociata dei costruttori contro i vincoli del prg

Gli imprenditori Sciarra, D’Andrea, Toppi e l’Ance presentano ricorso al Tar contro i divieti del Comune per difendere il patrimonio architettonico della città

PESCARA. Sono trascorsi appena tre mesi dall’approvazione in consiglio comunale della delibera, allegata al prg, contenente i vincoli per tutelare il patrimonio storico e architettonico della città. Ed ecco arrivare una valanga di ricorsi al Tar contro quel provvedimento. Ricorsi firmati dai più importanti costruttori di Pescara, come Sciarra, D’Andrea, Toppi e dall’associazione di categoria Ance, per contestare i divieti imposti dall’amministrazione comunale uscente ad alcuni immobili e alcune zone della città, considerati memoria della storia del capoluogo adriatico.

Quel provvedimento, approvato da 15 consiglieri uscenti della maggioranza, è stato varato per evitare che le ruspe vadano a demolire altri edifici storici, come è accaduto tempo fa con l’ex Centrale del latte. Ma questi vincoli, evidentemente, disturbano alcuni costruttori, che si sono visti improvvisamente vincolare le loro proprietà.

Il primo ricorso è stato presentato da Marco Sciarra, in qualità di amministratore unico e legale rappresentante della società Sciarra costruzioni. Il costruttore chiede al Tar l’annullamento, previa adozione di idonea misura cautelare della delibera, dal titolo «Adozione variante prg, revisione allegato schede patrimonio architettonico del prg e variante specifica articolo 29 delle Norme tecniche di attuazione», e di tutte «le ulteriori previsioni di Piano regolatore oppositive di un vincolo puntuale sulla proprietà privata del ricorrente».

Sciarra sostiene che il provvedimento impugnato sia illegittimo per violazione di alcune norme delle leggi nazionali e regionali, indicate precisamente nel ricorso. L’imprenditore ravvisa, in particolare, una sfilza di presunte violazioni: «Incompetenza assoluta, sviamento in termini di sconfinamento dei limiti del potere conformativo della proprietà privata, eccesso di potere, carenza dei presupposti, travisamento dei fatti, difetto di istruttoria, assenza e difetto di motivazione, ingiustizia grave e manifesta». Non è finita qui, perché Marco Sciarra, tramite un’altra sua società, la Immobiliare Tiburtina, ha presentato insieme all’Ance Pescara (Associazione dei costruttori edili) guidata da Giuseppe Girolimetti, un altro ricorso al Tar del tutto simile al primo.

A dar man forte a Sciarra è arrivato un altro big del mattone, Michele D’Andrea, che ha presentato ricorso al Tar tramite l’amministratore delegato della sua società D’Andrea & D’Andrea Real estate Franco Olivieri. Anche in questo caso il ricorso è stato presentato insieme all’Ance. Le contestazioni alla delibera dell’amministrazione comunale sono più o meno le stesse di quelle avanzate da Sciarra e cioè «carenza dei presupposti, travisamento dei fatti, difetto di istruttoria, assenza o difetto di motivazione, illogicità manifesta, ingiustizia manifesta».

Il quarto ricorso è arrivato dal consorzio Le conchiglie e dalla società Renes adriatica, guidata dall’amministratore Francesca Toppi, responsabile anche della Tre gemme, la società che aveva presentato il progetto di riqualificazione dell’ex consorzio agrario provinciale di via del Circuito, poi bloccato dal consiglio comunale. Anche la Toppi sostiene che la delibera approvata sia illegittima, perché violerebbe, a suo dire, il principio della non ammissibilità dei vincoli sugli edifici; l’articolo 21 delle Norme tecniche di attuazione e l’articolo 27 del Regolamento edilizi; nonché «i principi dell’imparzialità ed efficacia dell’azione amministrativa».

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