La Finanza scopre la frode sui fondi pubblici e Ue: ecco gli indagati e le società coinvolte

Pescara. Nel mirino delle Fiamme Gialle ci sono gli amministratori della società Easytec di Città Sant’Angelo e altri sette. Sequestri per oltre 3 milioni e mezzo: i fondi erogati venivano smistati con prelievi di centinaia di migliaia di euro anche nello stesso giorno
PESCARA. Il sequestro di oltre 3 milioni e mezzo di euro è stato disposto dal gip di Pescara Mariacarla Sacco su richiesta della Procura europea, in relazione a una serie di reati che sarebbero stati compiuti da una decina di indagati, fra cui i principali protagonisti che sono Giacomo Di Felice, amministratore legale della Easytec (con sede a Città Sant’Angelo), Valter De Lellis e Nicola Marucci, amministratori di fatto della stessa società, stando almeno alle indagini svolte dalla Procura europea. Ed è stata proprio quest’ultima ad affidare le indagini agli uomini del colonnello Giuseppe Lopez, comandante della Guardia di finanza di Pescara. Posti sotto sequestro rapporti bancari, beni mobili e immobili, denaro e oggetti preziosi per circa 230 mila euro.
LA FRODE Si parla di una «rilavante frode in danno del bilancio nazionale e dell’Unione Europea, perpetrata attraverso la dichiarazione di attività fittizie». Nel mirino delle fiamme gialle una serie di erogazioni pubbliche che la società avrebbe richiesto, e in parte anche incassato: vengono citati anche finanziamenti pubblici previsti dalla legislazione a sostegno dell’economia nell'emergenza Covid, e quelli a sostegno delle piccole e medie imprese, «mediante la presentazione di una richiesta di finanziamento nei cui allegati si attestavano condizioni personali e societarie non veritiere, omettendo contestualmente di fornire informazioni dovute». E in particolare, a questo proposito, in relazione al reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, il gip scrive: «Indicando quale amministratore della società Giacomo Di Felice avendo De Lellis e Marucci condanne (tra gli altri per reati relativi al traffico di sostanze stupefacenti, truffa, ricettazione e bancarotta fraudolenta); dichiarando un’attività d’impresa e una situazione patrimoniale corrispondente a quella rappresentata nei bilanci depositati alla Camera di Commercio ma, di fatto, notevolmente difforme rispetto a quella rilevabile dalle fatture effettivamente emesse e ricevute».
I FINANZIAMENTI PUBBLICI Il giudice evidenzia anche, parlando della sussistenza del “fumus” dei reati «una pluralità di condotte fraudolente commesse dagli amministratori della Easytec finalizzate all’indebito conseguimento di una molteplicità di finanziamenti pubblici per un ammontare complessivo pari a circa 4,3 milioni di euro. Si tratta di due diverse tipologie di finanziamenti pubblici: quelli erogati dalla società Simest (Società italiana per le Imprese all’Estero del gruppo Cassa Depositi e Prestititi) e quelli erogati da istituti di credito privati ma garantiti dal fondo di Garanzia a favore delle piccole e medie imprese».
PRENDI I SOLDI E SCAPPA Secondo il giudice la «chiara volontà degli indagati di non tornare a adempiere i propri obblighi finanziari (in relazione alla restituzione dei ratei dei vari prestiti ndr) la si rileva chiaramente dall’utilizzo che è stato fatto del denaro erogato, per la maggior parte immediatamente trasferito su altri rapporti bancari con causali del tutto generiche e pretestuose»; e ancora «si tratta del solito sistema così detto “prendi i soldi e scappa” in base al quale si cessa di restituire le rate di finanziamento non appena raggiunto il 20% della parte non coperta da garanzia». E qui si inserisce il reato di riciclaggio con il reimpiego dei fondi erogati che venivano velocemente smistati anche con prelievi consistenti di centinaia di migliaia di euro anche nello stesso giorno.
SOCIETÀ CARTIERE Nella relazione della finanza si parla di società “cartiere”, di imprese filtro per “frodi carosello”: insomma, una complessa indagine che ha «consentito di deferire alla procura europea complessivamente 10 persone e di quantificare il profitto del reato in circa 3,7 milioni di euro, di cui 500mila euro concernenti risorse stanziate nell’ambito del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza».
GLI ALTRI INDAGATI Per arrivare poi alla decisione del gip Sacco di firmare il sequestro preventivo diretto del profitto, a carico di Giacomo Di Felice, Valter De Lellis, Nicola Marucci; e poi ancora degli altri indagati Marco Tomassetti, Salvatore Salvaggio, Luca Mori, Alcide Yazmina Gonzales, Cesare Mariani, Luigi Ammendola e Ennio Ruzza.

