Pescara

Crollo galleria San Silvestro, chiesto il processo per ingegneri e collaudatore

19 Novembre 2025

La Procura di Pescara chiede il giudizio per Filippucci e Sacco perché sapevano che c’era una falda, ma avrebbero omesso di redigere il piano statico di ancoraggio dei pannelli interni. E quel giorno la tragedia non avvenne per un soffio

PESCARA. Sarà il giudice per l'udienza preliminare, Francesco Marino, a decidere se i tre imputati per il crollo della galleria San Silvestro, dove il 22 novembre del 2023 venne sfiorata la tragedia, dovranno essere rinviati a giudizio. La richiesta di processo porta la firma del procuratore capo Giuseppe Bellelli e del sostituto Anna Benigni e riguarda il romano Giulio Filippucci (difeso da Oliviero De Carolis Villar di Roma), in qualità di ingegnere progettista strutturale e firmatario delle relazioni illustrative e di calcolo di progetto esecutivo della galleria; il salernitano Walter Sacco (assistito da Augusto La Morgia), in qualità di ingegnere progettista firmatario della tavola del piano esecutivo relativo ai pannelli di rivestimento interni della galleria contenente il particolare di ancoraggio in sommità della stessa galleria; il marchigiano Angelo Balducci (difeso da Roberto Borgoglio di Roma e Mery Clementoni di Teramo), in qualità di collaudatore. Per tutti la contestazione è identica: crollo di costruzioni o altri disastri colposi e attentato alla sicurezza dei trasporti. Tutto in relazione al contratto stipulato tra Anas e l'Ati Toto - Tor di Valle - Sapaba - Lungarini con oggetto "lavori di costruzione della variante di Francavilla con congiungimento della variante di Pescara con la variante di Ortona".

I tre, stando all'accusa, avrebbero agito con imperizia e negligenza e con violazione delle norme di legge: «Filippucci e Sacco, nonostante fossero a conoscenza della presenza in loco di una falda idrica non confinata ed alimentata dalla infiltrazione delle acque piovane, dell'esistenza della quale si dava atto nella relazione illustrativa e di calcolo del progetto esecutivo di calcolo con riferimento alla caratterizzazione geologica e geotecnica dell'area, nonché nella relazione geologica-tecnica redatta dalla società Labortec già in data 27 novembre 1991, che segnalava "la possibilità di accumulo di falde acquifere all'interno dell'intervallo superiore permeabile" e nella relazione geologica-geotecnica redatta dall'ingegnere Pietro Lunardi nell'ottobre del 1997 che evidenziava l'esistenza di "una falda idrica non confinata", omettevano di redigere il progetto statico del sistema di ancoraggio dei pannelli di rivestimento interno della galleria, non valutandoli quali elementi strutturali, nonché prevedevano un inadeguato sistema di drenaggio delle acque filtranti a tergo di tali pannelli con una tubazione, non ispezionabile e non visibile, di modeste dimensioni, non sufficiente a drenare l'acqua circolante e soprattutto non adeguatamente raccordata a ulteriori elementi di raccolta e smaltimento, prevedendo inoltre la soluzione di vincolo in testa ai pannelli non perfettamente conforme alle previsioni progettuali».

Balducci, invece, come collaudatore «esprimeva parere positivo sulla base delle sole certificazioni dei materiali, omettendo di considerare i pannelli di rivestimento quali elementi strutturali con funzione statica e omettendo, conseguentemente, di assoggettarli a verifiche statiche e a controlli di stabilità».

Fu l'esperto della Procura, il professor Bernardino Chiaia a far emergere questa serie di omissioni e presunte irregolarità, coadiuvato dai carabinieri forestali. E il giorno del crollo dei pannelli, come si diceva, venne sfiorata la tragedia perché in quel momento in galleria transitava un'auto che impattò, fortunatamente senza conseguenze per il guidatore, con i detriti appena caduti. «In conseguenza di tali colpose omissioni, in concomitanza di un evento pluviale di notevole importanza, si veniva a creare a tergo del rivestimento interno (pannelli prefabbricati) della galleria artificiale nord una spinta idrostatica che, considerata anche l'insufficiente tenuta del sistema di ancoraggio dei pannelli, risultava maggiore di quella sopportabile dai vincoli di ancoraggio e, conseguentemente, si verificava, in una tratta pari a circa 23 metri lungo il lato destro della corsia sud, il crollo per ribaltamento di circa venti pannelli prefabbricati in calcestruzzo che costituivano la fodera di rivestimento della galleria San Silvestro i quali, quindi, rovinavano sulla carreggiata stradale con evidente pericolo per la sicurezza della circolazione stradale».

Udienza fissata per il 29 gennaio prossimo.